Zaia: contro i disastri serve autonomia per tutti

«La montagna è in ginocchio, un disastro», «come dopo un terremoto: migliaia di ettari di bosco rasi al suolo, come se fosse passata una gigantesca motosega. Ci sono 160 mila utenze senza energia elettrica»: «peggio dell’alluvione del 1966. Quello che è accaduto in questi giorni è di una scala diversa». È il bilancio del governatore del Veneto, Luca Zaia, intervistato dal Corriere della Sera, sui danni del maltempo.

«Per me l’insegnamento è questo: servono opere, opere, opere. Per mettere in sicurezza il territorio, per il monitoraggio dei fiumi e la manutenzione dei boschi. La natura, a questi livelli, non la puoi fermare ma puoi attutire il colpo».

Voi governatori non avete già tutti gli strumenti? «Non tutti. Certo, con la Protezione civile le cose funzionano benissimo. Ma abbiamo bisogno di procedere più liberamente nei lavori preventivi. Per questo - dice - chiediamo l’autonomia - che - serve anche per avere più risorse da impiegare subito nelle emergenze. Finchè le tasse dei veneti vanno a Roma...».

Ai Cinque Stelle che ritengono sia meglio destinare risorse alla manutenzione del territorio che alle grandi opere, replica: «di alcuni progetti si può discutere». Ma non della Tav: «Se non facciamo la Tav, perdiamo, letteralmente, un treno. E poi noi veneti saremmo doppiamente penalizzati».

E della Pedemontana veneta: Sono 94 chilometri di strada strategici. Mi sono stancato del refrain “dobbiamo vedere le carte”. Rifiuto l’idea che dove c’è una grande opera ci debbano essere dei ladri».

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