Decreto per Genova ok della ragioneria, ora il testo al Colle

Il decreto per Genova è finalmente al Quirinale e si attende in tempi brevi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

A 44 giorni dal crollo del ponte Morandi e a 15 giorni dal semaforo verde del consiglio dei ministri, il provvedimento ha ricevuto l'ok nella notte dalla Ragioneria generale dello Stato, dove era rimasto bloccato sul nodo coperture, ed è arrivato al Colle, dove dovrebbe essere firmato rapidamente.

Nelle ultime bozze del provvedimento è confermata l'esclusione di Autostrade dalla ricostruzione, è previsto che lo Stato anticipi i soldi se la società non paga, e saltano i fondi per il Terzo Valico. E mentre resta alta la preoccupazione dei genovesi, con il Governatore ligure Toti che dubita che il provvedimento sia "soddisfacente" e il sindaco di Genova Bucci pronto a tornare a discutere se ci sono meno fondi, sulla situazione vigila l'Ue, che seguirà "gli sviluppi inclusa l'assegnazione del contratto».   

Il decreto uscito dal Tesoro si compone, in base alle ultime bozze, di 47 articoli con le disposizioni urgenti, oltre che per Genova, anche per le infrastrutture, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro (è reintrodotta la Cigs per cessazione di attività per un massimo di 12 mesi per gli anni 2019-20) e altre emergenze. In particolare l'articolo 46 scioglie l'annoso nodo delle coperture che ha rallentato per giorni l'iter del dl, stabilendo come provvedere a oneri per circa 285 milioni in cinque anni (di cui 79,6 milioni per il 2018 e 69,8 per il 2019 ai fini del fabbisogno e del deficit).   

Negli 11 articoli di interventi urgenti per Genova è confermato l'arrivo di un commissario straordinario per la ricostruzione con ampi poteri (opera in deroga ad ogni disposizione di legge extrapenale), in carica 12 mesi (rinnovabili per non oltre un triennio), che verrà nominato con decreto del presidente del consiglio dei ministri entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto. Sarà il commissario ad affidare la ricostruzione del ponte a "uno o più operatori economici" che non abbiano alcuna partecipazione diretta o indiretta in concessionarie di strade a pedaggio o siano da esse controllate o collegate. Esclusa dunque Autostrade per l'Italia, ma con una postilla aggiunta nelle ultime versioni del decreto per evitare una misura ad hoc: «anche al fine di evitare un indebito vantaggio competitivo nel sistema delle concessioni autostradali».   

Autostrade dovrà invece provvedere alle spese di ricostruzione entro 30 giorni dalla richiesta del commissario. La novità dell'ultima stesura è che, nel caso in cui la società non dovesse pagare o ritardasse il versamento, sarà lo Stato a provvedere: è infatti autorizzata la spesa di 30 milioni annui dal 2018 al 2029, pari a complessivi 330 milioni, che verranno attinti dal Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale. Per la città di Genova arrivano inoltre altri 20 milioni di risorse per il 2018-19, in aggiunta ai 33,5 stanziati subito dopo il crollo. Ma vengono dimezzate da 500 a 250 le assunzioni per permettere agli enti locali di far fronte all'emergenza. E spariscono i fondi per il Terzo Valico, che però il sottosegretario alle infrastrutture Rixi assicura che verranno ripristinati.   

Il decreto è intanto già stato inserito in calendario alla Camera per la discussione generale: si parte lunedì 22.

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