Malattia, l'Inps spende 4,8 miliardi l'anno 18 milioni di certificati: 12 dal pubblico

L’Inps deve avere la possibilità di fare controlli mirati sui certificati di malattia così come accade per gli accertamenti fiscali: il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in un’audizione alla Commissione lavoro del Senato, chiede che si metta a punto una norma che consenta all’Istituto di riprendere a fare «visite intelligenti» dopo lo stop del Garante della privacy dello scorso marzo. Il costo della malattia ammonta a circa 4,8 miliardi l’anno (due miliardi per i dipendenti privati che per i primi tre giorni sono a carico delle imprese e 2,8 per i lavoratori pubblici).

All’Inps arrivano ogni anno circa 18 milioni di certificati di malattia (12 dal settore privato e sei dal pubblico) mentre l’Istituto riesce a fare circa un milione di visite. È necessario - avverte Boeri - scegliere con cura dove e quando eseguire le visite in modo da combattere gli abusi. L’Istituto che da settembre 2017 effettua i controlli anche sui dipendenti pubblici sia d’ufficio che su richiesta dei datori di lavoro, usa un sistema informatico che consente la «programmazione intelligente» delle visite fiscali.

Ma il Garante della privacy ha chiesto lo stop dell’attività di data mining e da marzo 2018 per le visite l’Inps ha dovuto procedere a una «estrazione casuale» delle persone da controllare. A fronte di questa sospensione secondo l’Inps si è registrato un calo del 39,5% delle visite fiscali che riscontrano l’idoneità al lavoro con riduzione della prognosi e un calo del 74,5% dei casi in cui si è ridotta la durata della malattia.

«La perdita per le casse dell’Inps - si legge nella relazione depositata in Commissione è di circa 335.000 euro al mese». «Siamo convinti e preoccupati - prosegue - che senza l’aiuto del data mining sia veramente difficile, se non impossibile, raggiungere gli obiettivi di risparmio stabiliti dall’Istituto per il 2018 (23,7 milioni)». «Il fondamento della selezioni su riscontri obiettivi e procedure informatiche - si legge ancora nel documento presentato alla Commissione - è importante anche per garantire una informità di trattamenti su tutto il territorio nazionale e scoraggiare potenziali comportamenti collusivi tra medici fiscali e lavoratori assenti per malattia a livello locale».

Il data mining dell’Inps, denominato Savio seleziona tra i milioni di certificati quelli sui quali è più opportuno fare controlli.
E tra le variabili considerate ci sono la frequenza, i giorni nei quali è iniziata l’assenza ma non la diagnosi. L’intervento del Garante per l’Inps «ha ridotto fortemente l’efficacia delle visite». Il polo unico ha portato a una riduzione delle assenze per malattia nel settore pubblico del 13,1% nei primi quattro mesi (-2% nel settore privato). I primi riscontri che l’Istituto ha a disposizione segnalano un forte indebolimento di questo effetto deterrente nei mesi successivi al 15 marzo.

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