Di Maio ci riprova: «Maggioranza c'è, fateci ripartire»

Carlo Cottarelli "ha semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista e nessuno ha parlato di rinuncia all'incarico", osservano fonti del Quirinale replicando a quanti gli chiedono se il premier incaricato stia valutando una sua rinuncia al tentativo di formare un governo. Il premier incaricato tornerà al Colle in mattinata. "Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto" aveva affermato lo stesso Cottarelli entrando alla Camera.

"Siamo pronti a rivedere la nostra posizione, se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo, ma ora si rispetti la volontà del popolo perche' noi l'Italia la vogliamo salvare. Un maggioranza c'e' in parlamento, fatelo partire quel governo, basta mezzucci perchè di governi tecnici e istituzionali non ne vogliamo", ha detto Luigi Di Maio parlando a Napoli. "Per quanto riguarda l'impeachment - ha aggiunto - prendo atto che Salvini non lo vuole fare e ne risponderà lui come cuor di leone ma purtroppo non è più sul tavolo perché Salvini non lo vuole fare e ci vuole la maggioranza".

"Spero che si vada alle elezioni il prima possibile ma in una situazione politica molto difficile resta una posizione coerente ma collaborativa con il presidente della Repubblica Mattarella per uscire a risolvere quella che è l'attuale crisi che stiamo vivendo", ha aggiunto Di Maio.

"Se voi non mollate io non mollo e noi al governo del Paese ci andiamo. Dovremo aspettare un mese, tre, ma ci andremo", ha detto il leader della Lega Matteo Salvini in un comizio a Siena. "Non so che governo nascerà - ha aggiunto - ma ci hanno impedito di fare un governo che rappresenta 17 milioni di italiani. Io volevo essere il ministro dell'Interno per riportare un po' di sicurezza ad esempio approvando una legge sulla legittima difesa".

Interviene anche Giorgia Meloni. "Una maggioranza in Parlamento c'è, ed è formata da M5s e Lega: "Era pronta a fare un governo - ha scritto su Facebook - e aveva stipulato un contratto di governo. Noi siamo stati critici però arrivati a questo punto siamo anche disponibili a rafforzare quella maggioranza con FdI, perché crediamo che bisogna fare tutto quello che c'è da fare in questo momento per tirare fuori l'Italia dalla situazione di caos nella quale rischia di gettarsi. Presidente, ci rifletta perché non avremo molto altro tempo". 

Il pressing generale per il voto a fine luglio ha messo in stand by Carlo Cottarelli. Nel corso dell'incontro al Quirinale, il presidente del Consiglio incaricato ha fatto il punto della situazione con il Capo dello Stato che ha deciso di prendere tempo per valutare fino a che punto ci sia convergenza tra le forze politiche entro luglio. Un giro di consultazioni rapido e informale che coinvolgerebbe lo stesso Cottarelli che andrebbe a riferire al presidente della Repubblica entro la mattinata. L'ipotesi riguarderebbe il voto per il 29 luglio.

"Il presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli - ha detto il portavoce del presidente Mattarella Giovanni Grasso - al Capo dello Stato della situazione. I due si rivedranno domani mattina". L'uscita del portavoce del Quirinale è stato preceduto da un certo sconcerto da parte dei giornalisti che erano presenti quando hanno visto i corazzieri che tradizionalmente presidiano la porta che conduce allo studio "alla Vetrata" lasciare la loro postazione. Di solito questo è il segnale che il presidente della Repubblica ha lasciato "la Vetrata" per far ritorno al suo studio privato. Contemporaneamente Cottarelli è stato visto fare il suo ingresso alla Camera dei Deputati.

Intanto il Movimento Cinque stelle torna chiedere il voto il prima possibile. "Il M5s - dice il capogruppo M5s in Aula - non molla, non illudetevi. Anzi, ci state rafforzando ogni giorno di più. Dobbiamo tornare al voto, dobbiamo farlo il prima possibile. E dobbiamo finalmente, dopo quello che è accaduto, segnare il riscatto di milioni e milioni di italiani". 

E anche nel Pd si compatta il fronte del voto a luglio.  In questo senso si sono espressi pubblicamente Andrea Orlando e Lorenzo Guerini ma, a quanto si apprende, in molti sono d'accordo. Una riflessione è in corso e probabilmente se ne discuterà nella direzione che si svolgerà prima del voto di fiducia al governo Cottarelli.

Intanto resta una forte turbolenza sui mercati. E Matteo Salvini e Luigi Di Maio vanno all'attacco. "Lo spread - ha detto il capo politico M5s - oggi è schizzato oltre i 300 punti: non accadeva da 4 anni. Il problema non eravamo noi, non era la nostra squadra di ministri, ma l'incertezza che oggi regna sovrana. Se il Governo del Cambiamento fosse partito, oggi avremmo un governo politico".

 Il Pd va verso l'astensione sulla fiducia a Mattarella: "Il Pd - dice Maurizio Martina - sostiene con piena convinzione l'operato del Presidente Mattarella e la scelta di varare un Governo neutrale che porti alle elezioni anticipate. E proprio per rispettare il carattere di neutralità politica del Governo credo che sia opportuno che il PD si astenga sul voto di fiducia. Convocheremo a breve e prima della fiducia la Direzione nazionale e lì decideremo".

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