Don Ciotti: «Fiction tv, a volte cattivo esempio»

«Ben vengano allora le fiction sulla mafia. Ma interroghiamoci sull’impatto che queste rappresentazione crude e sinistramente affascinanti possono avere su menti suggestionabili e poco attrezzate. Non invoco nessuna censura, beninteso! Ma mi chiedo se l’arte, il cinema, la letteratura siano solo identificazione emotiva e non anche riflessione, dubbio, coscienza critica». Lo ha sottolineato il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, alla manifestazione Contromafie e corruzione.

Don Ciotti era partito nel suo ragionamento dal fenomeno delle «baby gang» che «sono anche il frutto della dispersione scolastica, della povertà diffusa, di un sistema di consumo che propone a ogni livello modelli di forza, di possesso, di supremazia. Domina la retorica del boss, del superuomo, del capobranco che comanda, non conosce limiti e tratta le donne come oggetti personali».

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