La figlia di Totò Riina vuole silenzio su Fb

Il portavoce della Cei ha detto con chiarezza che non è ipotizzabile che il funerale di Totò Riina sia pubblico. «Per il resto mi auguro che la sua morte non voglia dire un abbassare la guardia rispetto a un problema grosso che evidentemente dietro e accanto a Riina ne ha tantissimi altri. Non ci sarà un funerale pubblico". Queste le parole di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, a margine di un convegno a Bologna sul tema delle migrazioni.

Nel giorno della morte di Totò Riina, c'è chi fatica a darsi pace: sono i parenti, i figli, gli amici più stretti che vivono con dolore il trapasso del boss di Cosa Nostra e che, senza pensare ai reati pesantissimi di cui si è macchiato, si scambiano decine e decine di like e condivisioni su Facebook. Tanti al punto che il social, secondo i familiari di Riina, li ha rimossi in seguito alle numerosissime segnalazioni ricevute.

La figlia maggiore, Maria Concetta, espone una rosa nera come foto del profilo, sovrastata dall'indice di una ragazza che indica il silenzio come copertina. A fugare ogni dubbio sul significato dell'immagine, anche il tatuaggio «shhh...» in bella evidenza, sul dorso del dito. La donna, 42 anni, ha sempre descritto il padre come «un lavoratore ingiustamente accusato», contro il quale parlano solo «calunniatori malvagi e senza scrupoli».

Decine e decine i like all'immagine, e altrettante le condivisioni. Al punto che il marito di Maria Concetta, Tony Ciavarello, ha scritto poco fa che è stata segnalata «in massa» la sua foto del profilo (un nastro a lutto), e «Fb eliminato la foto con tutte le condoglianze. A qualcuno ha dato fastidio il vostro cordoglio».

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Numerosissimi anche i commenti: «Mi unisco al vostro dolore», «È un giorno molto triste», «Buon viaggio zio Totò», «La morte ridona la dignità e ci pone tutti alla pari davanti alla grandezza di Dio». Molti tra quanti esprimono condoglianze per la morte del boss, listano di nero la propria pagina social. E c'è chi commenta, bollando come una «panzata ri picuruna» (una massa di pecoroni) chi non si duole o non si mostra addolorato.

«Sarà solo Dio che potrà decidere se accoglierlo o no». I Riina sono sempre stati piuttosto attivi su Facebook. La scorsa estate, ad esempio, i parenti del boss avevano lanciato attacchi a giornalisti e magistrati: prima la figlia Lucia era intervenuta sul bonus bebè negatole da Regione e Inps, poi il genero Ciavarello si era scagliato contro «gente di legge e giornalisti accaniti contro di noi».

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Andando indietro fino al 2016, Maria Concetta Riina, era intervenuta sul presunto omaggio che una confraternita di Corleone avrebbe tributato alla sua famiglia, facendo fermare la statua di San Giovanni Evangelista sotto l'abitazione in cui vive Ninetta Bagarella, moglie di Totò. «È una notizia totalmente falsa - aveva postato, precisando che la madre non era in casa - e chi scrive queste cose infangando il paese, dovrebbe solo vergognarsi».

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Si svolge questa mattina l'autopsia sul corpo di Totò Riina, il boss di Cosa Nostra morto ieri all'ospedale di Parma. Successivamente è prevista la visita dei familiari ed il probabile nulla-osta della Procura alla sepoltura nel cimitero di Corleone. Sul decesso è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, escamotage evidente per consentire gli accertamenti medico-legali. Su Repubblica il ministro dell'Interno Minniti lancia un appello: «Per la politica è venuta l'ora di firmare un patto di civiltà in nome della democrazia: tutti i partiti sottoscrivano un impegno solenne, un rifiuto esplicito di ricercare e ricevere il voto delle mafie». Il presidente del Senato Grasso rivela alla Stampa: «Dopo le stragi Falcone e Borsellino, nell'autunno del '92, Riina aveva deciso che sarebbe toccato a me».

Riina morto alle 3.37 nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma. Il giorno prima aveva compiuto 87 anni. Operato due volte nelle scorse settimane, dopo l'ultimo intervento era entrato in coma. La Procura di Parma ha disposto l'autopsia sulla salma perché, ha spiegato il procuratore Antonio Rustico, il decesso è avvenuto in ambiente carcerario e quindi richiede completezza di accertamenti, a garanzia di tutti.  Le condizioni cliniche del boss si sono ulteriormente aggravate e poi sono precipitate una decina di giorni fa, quando dal reparto detenuti dell'ospedale Maggiore è stato trasferito in terapia intensiva-rianimazione, dove è rimasto fino alla morte. I familiari del boss Totò Riina non sono riusciti a incontrarlo prima che morisse nonostante il permesso straordinario ricevuto dal ministro della Giustizia che aveva autorizzato la visita. 

Per disporre l'autopsia sulla salma del boss mafioso il pm di Parma, Umberto Ausiello, ha ipotizzato il reato di omicidio colposo. Il fascicolo è a carico di ignoti. Di conseguenza ha informato del procedimento, in quanto persone offese, la moglie di Riina Antonina Bagarella, e i figli Maria Concetta, Giuseppe, Lucia e Giovanni. Il pm ha nominato consulente tecnico Rosa Gaudio dell'istituto di Medicina legale di Ferrara.

 

 

 

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