Il ragazzo ucciso ad Alatri Appello contro l'omertà

Ucciso due volte, dal branco e soprattutto dall’indifferenza e dall’omertà dei tanti che hanno assistito a un pestaggio brutale senza intervenire, in una piazza piena dalla movida di un piccolo centro di provincia.

Alatri, comune del frusinate, poco meno di 30 mila abitanti, ora si sente sotto processo per la morte di Emanuele Morganti, il ventenne pestato selvaggiamente per avere difeso la fidanzata all’esterno di una discoteca. Ma Alatri non ci sta a passare come un comune omertoso, indifferente e quindi complice del branco assassino.

«Chi sa parli», dice il sindaco Giuseppe Morini. E invita «tutti a dire la verità, a collaborare con gli inquirenti affinchè vengano individuati i responsabili» perchè Alatri «non deve essere omertosa». Il primo cittadino sembra interpretare il senso di stupore e al tempo stesso di rabbia degli abitanti e si chiede: «perchè nessuno ha difeso il ventenne?». In realtà un ragazzo avrebbe tentato, si è gettato sul corpo di Emanuele per proteggerlo ma il branco lo stava linciando.

«Fuori da quel locale - ricorda il sindaco - c’erano tante persone, ma nessuno ha fermato gli aggressori o contenuto la terribile barbarie, è terribile. È terribile che molti erano in quella piazza del pestaggio, è una cosa che mi stupisce. Alatri non è omertosa, ma una cittadina matura con una sviluppata coscienza sociale». E per dimostrarlo per domani proclama il lutto cittadino ed a giorni ci sarà «una fiaccolata silenziosa e pacifica contro la violenza». Tra i cittadini c’è chi pensa che la morte di Emanuele sia l’epilogo del clima di violenza che si è creato anche in un piccolo centro apparentemente tranquillo.

«Si è cominciato con il furto degli sportelli di rame, si è continuato con gruppi di ragazzi che, ubriachi fradici, si danno ad atti di vandalismo e si picchiano tra loro e si è finiti con l’omicidio di Emanuele», dicono alcuni in strada. Un’altra abitante dice: «Tutti uniti dovevano aiutare quel povero ragazzo senza girarsi dall’altra parte». La rabbia è tanta che per una ragazza «oltre al volto di questi assassini si dovrebbe diffondere il volto di chi con vigliaccheria ha assistito senza fare nulla».

Katia, la fidanzata di Emanuele continua a chiedersi «Perchè l’hanno ammazzato? Perchè non li hanno fermati?». E su Fb scrive «Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male. Una morte così».

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