Terremoto, molti sfollati vogliono le tende e non il trasferimento

Dopo il devastante terremoto di 6.5 e le oltre 700 repliche da ieri, a Norcia monta la protesta degli abitanti

Dopo il devastante terremoto di 6.5 e le oltre 700 repliche da ieri, a Norcia monta la protesta degli abitanti: «Ridateci le tende» è la richiesta che arriva dalla maggior parte delle persone che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all’interno della zona rossa.

La Regione assicura che saranno montate tensostrutture collettive.

Alle 17 è cominciato il consiglio dei ministri.: Renzi è contrario all’idea delle tendopoli: «Non possiamo avere le tende per qualche mese in montagna, sotto la neve. Ci sono gli alberghi».

E se anche i sindaci si appellano alla popolazione, da qualche amministratore delle zone colpite è arrivata anche una manifestazione di comprensione nei riguardi dei cittadini che non sono propensi a lasciare il loro territorio per essere trasferiti negli hotel della costa. In molti casi si tratta di persone che hanno anche animali da cortile, con tutte le difficoltà connesse.

Nel complesso, al momento, sono quindicimila le persone assistite dalla Protezione civile.

E ci sono anche oltre 3.000 persone fuori casa nel Teramano.


Nel complesso i senzatetto potrebbero superare il numero di 30 mila ma si tratta di stime ancora del tutto approssimative.

Frattanto proseguono le attività della Protezione civile per garantire assistenza alle persone fuori casa a seguito della forte scossa che ieri ha colpito l’Italia centrale.

Sul fronte sanitario le attività - spiega una nota del Dipartimento - si sono concentrate su tre ambiti: il soccorso sanitario urgente, che si è svolto nelle prime ore dell’emergenza e che, a fronte di un numero fortunatamente esiguo, ha comunque richiesto l’attivazione di mezzi eccezionali date le condizioni critiche della viabilità.

Gli altri due ambiti di attività, ovvero il ripristino dei servizi socio-sanitari nelle aree colpite e l’implementazione dei servizi sanitari nelle aree in cui vengono accolti quanti hanno scelto di trasferirsi presso gli alberghi della costa adriatica, erano in realtà - prosegue la nota - operazioni già avviate dopo il sisma del 26 ottobre.

Per fare fronte a tutte le necessità, su richiesta delle regioni coinvolte, sono stati installati due Posti medici avanzati (Pma) in Umbria (uno a Norcia e uno a Cascia) e uno a Tolentino nelle Marche. A questi si aggiungono quattro camper-farmacia: tre nelle Marche (Camerino, Pieve Torina e Visso) e uno in Umbria, a Norcia.

Sulla costa, è invece in via di installazione, a Porto Sant’Elpidio, un Posto di assistenza socio-sanitaria (Pass), una struttura poliambulatoriale analoga a quelle già attive ad Amatrice e sulla Salaria in seguito al terremoto del 24 agosto.

Per assicurare la prima assistenza a livello comunale, nei territori coinvolti dal nuovo sisma sono state installate finora undici cucine da campo e ulteriori tensostrutture a uso sociale - messe a disposizione dalle regioni coinvolte e dalle altre che hanno offerto il loro aiuto attraverso il coordinamento della Provincia autonoma di Trento - sono in fase di montaggio.


 

Intanto, per tornare allo scenario nazionale, Mentre l’Ue ha ribadito oggi di essere «pienamente pronta» ad aiutare la popolazione e le autorità italiane, continua senza sosta il lavoro dei soccorritori nelle zone colpite dal sisma.

Delle circa quindicimila persone assistite dalla Protezione civile oltre cinquecento sono accolte in strutture alberghiere nell’area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa tremila persone in Umbria e altresettemila nelle Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale.

A Porto Sant’Elpidio (Fermo) continua a riempirsi l’hub di accoglienza e smistamento della Protezione civile organizzato nel centro turistico Holiday dove sono attesi nel pomeriggio altri pullman di sfollati marchigiani. In Umbria si stanno allestendo tende collettive che potranno ospitare alcune migliaia di persone, ferma restando l’opzione volontaria da parte dei cittadini di scegliere, per l’immediato, la sistemazione in alberghi o altre strutture ricettive. «Non c’è alcuna volontà di deportare la gente. Tempo pochi giorni e saranno di nuovo qui. Abbiamo solo bisogno di tempo per gestire l’emergenza» ha assicurato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, in risposta ai tanti concittadini che stanno protestando in queste ore perchè non vogliono spostarsi.

A Teramo in duemila affollano i centri di accoglienza.

Prioritaria resta per le istituzioni l’assistenza agli sfollati. «È importante la ricognizione dei fabbisogni che sono differenziati. E per fabbisogni differenziati servono soluzioni differenziate» ha detto Titti Postiglione, direttrice dell’Ufficio emergenze della Protezione civile, sottolineando il tema «molto complesso», della viabilità« (»dobbiamo consentire ai soccorritori di operare in sicurezza e la caduta massi è un fenomeno molto frequente«) e la situazione idrogeologica che tiene impegnati i tecnici, con particolare riferimento al fiume Nera, nei pressi di Visso. Completata invece la rialimentazione di tutte le utenze elettriche e della telefonia.

Doppi controlli sulle scuole di Roma. »In queste 48 ore stiamo effettuando controlli immediati per capire se il terremoto ha causato lesioni, crepe e crolli che impediscono la riapertura nella giornata di mercoledì. Nel frattempo abbiamo avviato un percorso molto più approfondito di verifica per riuscire a ottenere un certificato sulla staticità degli edifici« ha spiegato la sindaca Virginia Raggi.

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