La legalizzazione della cannabis approda approda alla Camera

Scontro tra i vari schieramenti

Meno di un mese ed il disegno di legge per la legalizzazione della cannabis inizierà il suo percorso in Parlamento. La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha infatti ufficializzato l’approdo in aula del disegno di legge il 25 luglio per la discussione generale ed il giorno dopo l’avvio delle votazioni. Ma l’ufficializzazione della data ha avuto come primo effetto quello di scatenare la polemica tra favorevoli e contrari alzando la tensione anche all’interno della maggioranza. Il primo ad esultate per la decisione è Benedetto Della Vedova.

Il sottosegretario agli Esteri con un passato nei radicali sceglie proprio Radio Radicale per sottolineare «l’importanza del risultato». Della Vedova da tempo impegnato per la legalizzazione della cannabis e promotore di un intergruppo parlamentare non sembra preoccupato dalle avvisaglie che arrivano dal Parlamento dove i centristi di Area Popolare annunciano battaglia: «L’Italia - osserva - può davvero segnare un primato: il primo grande Parlamento tra le liberaldemocrazie che vota sulla legalizzazione della Cannabis, avendo chiaro che è un mercato di massa, che il proibizionismo ha fallito, che questo è un modo per dare un duro colpo al narcotraffico, per avere un consumo consapevole, per poter informare sui danni dell’uso e abuso di queste sostanze».

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In attesa che il disegno di legge inizi il suo percorso in Aula, tra i sostenitori si schiera Sinistra e Libertà: «È un’occasione da non mancare per risolvere una questione sociale drammatica e una non marginale opportunità economica finora affrontata con chiusura e pregiudizio», è l’opinione di Adriano Zaccagnini, mentre il suo collega di partito Daniele Farina non ha dubbi sul fatto che gli «oltre 200 deputati che hanno firmato la proposta di legge dell’intergruppo parlamentare faranno la loro parte e immagino che le associazioni, i singoli cittadini, non saranno da meno in questo comune sforzo».

Chi invece è sul piede di guerra per la decisione della capigruppo di Montecitorio è il partito di Angelino Alfano. Ed è il ministro per la Famiglia Enrico Costa a schierarsi apertamene contro la legalizzazione: «Cosa significa? - è l’accusa - legittimare la tossicodipendenza per recuperare le risorse per combatterla e prevenirla? Si tratta di acrobazie che non sono altro che contraddizioni».

A fargli eco il capogruppo Maurizio Lupi che richiama l’attenzione sul «altre urgenze per il Paese». La presa di posizione dei centristi non spaventa i promotori del disegno di legge ed è proprio Della Vedova a controbattere: «Il Governo e la maggioranza non c’entrano. Si tratta di una iniziativa parlamentare promossa da un intergruppo trasversale di deputati e senatori, della gran parte dei gruppi, anche se non del suo».

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