Anief: troppi precari a scuola si danneggiano le famiglie

Lavorare nella scuola da precari comporta sempre meno diritti secondo l’Anief, che alla vigilia della Festa del Lavoro denuncia come «in un Paese moderno quale è l’Italia il Primo Maggio serve anche a rimarcare che i giovani che operano a favore delle nuove generazioni continuano ad essere discriminati».

E la riforma della scuola, secondo il sindacato, non ha risolto il vulnus delle mancate assunzioni.

«I lavoratori che hanno un impiego a tempo determinato nelle scuole pubbliche, come del resto avviene anche nel resto della pubblica amministrazione - sostiene il presidente di Anief, Marcello Pacifico - continuano a essere danneggiati attraverso l’interminabile stipula di contratti in scadenza. Con l’immissione in ruolo, che si continua a procrastinare sine die, si produce un profondo danno professionale, sia in termini di diritti sostanziali nei contratti che di progressione di carriera, ma anche di vita e con ripercussioni dirette sulla propria famiglia».

L’impalcatura di un contesto così penalizzante per i lavoratori pubblici - dice l’Anief - si basa su un quadro normativo nazionale anomalo e l’azione sindacale contro l’abuso dei contratti a termine diventa, pertanto, l’unica strada percorribile per limitare i danni.

«Solo presso nove corti del lavoro piemontesi, dai nostri legali sono state vinte 70 cause, che hanno portato nelle tasche dei docenti e Ata danneggiati diverse mancate mensilità estive e scatti di anzianità, oltre che risarcimenti per violazione della normativa comunitaria. In attesa della loro stabilizzazione, è un risultato considerevole, che presto obbligherà lo Stato a stanziare nuovi fondi per risarcire tanti precari che tanto valeva assumere» conclude Pacifico.

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