Nel primo trimestre dell'anno crollano le nuove pensioni

I dati diffusi ieri dall'Inps

L’aumento dei requisiti per l’accesso alla pensione - scattato a inizio anno - ha inciso sull’andamento delle liquidazioni dei nuovi assegni: nel primo trimestre - secondo i dati diffusi ieri dall’Inps - gli assegni liquidati nel complesso sono stati 95.381 con un calo del 34,5% rispetto ai 145.618 del primo trimestre 2015. Il dato ha risentito soprattutto dell’aumento della speranza di vita (quattro mesi in più per tutti) mentre per le donne del settore privato si registra un incremento dei nuovi assegni perché tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 sono uscite le nate nel primo trimestre del 1952, rimaste bloccate fino ad allora dalla riforma Fornero.
 
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C’è stato un calo consistente per le pensioni anticipate (il requisito è passato da 42 anni e sei mesi per gli uomini a 42 anni e 10 mesi mentre per le donne basta un anno in meno) passate dalle 38.314 del primo trimestre 2015 a 20.629 nei primi tre mesi di quest’anno (-46,1%). Un calo consistente si è avuto anche per gli assegni sociali, quelli erogati ad anziani privi di reddito o con un reddito molto basso, passati da 13.033 a 7.501 (-42,4%).
 
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Per ottenere l’assegno sociale infatti sono necessari 65 anni e sette mesi di età (65 e 3 mesi fino alla fine del 2015). I dati Inps non sorprendono i sindacati che chiedono maggiore flessibilità in uscita tenendo conto dei diversi lavori e senza penalizzare troppo i lavoratori. Il Governo sembra guardare soprattutto al prestito pensionistico probabilmente limitandolo solo ai lavoratori che perdono il lavoro a pochi anni dalla pensione e con un contributo dell’azienda. Resta sul tavolo anche la possibilità di uscita anticipata con una penalizzazione (almeno il 3-4% dell’assegno per ogni anno di anticipo) ma questo potrebbe dare problemi nel breve periodo per l’esborso immediato per le pensioni.
 
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