Dramma nel Mediterraneo: il video di Medici Senza Frontiere

È sempre più drammatica la situazione nel Mediterraneo: ieri un centinaio di morti dopo il capovolgimento di un barcone che portava circa 600 persone, oggi sono stati recuperati 381 migranti, tra cui 55 donne e 26 bambini, provenienti da Siria, Bangladesh e area sub sahariana, che si sono trovati in difficoltà al largo delle coste libiche.

Nel video qui sotto le immagini di Medici Senza Frontiere, che ieri si sono prodigati in mare per salvare la vita alle persone in difficoltà. All'interno si vede la scena del recupero di Azeel, una bimba di solo un anno, che era sotto acqua quando suo padre Mohammed l'ha tirata fuori salvandole la vita.

 

4 minuti. Un pugno nello stomaco. #Naufragio #Mediterraneo

Posted by Medici Senza Frontiere on Giovedì 6 agosto 2015

IL COMUNICATO DI MEDICI SENZA FRONTIERE

L’ennesima tragedia nel Mediterraneo, in cui centinaia di persone sono annegate dopo il capovolgimento di un barcone che portava circa 600 persone, evidenzia la grave carenza di un adeguato sistema di ricerca e soccorso in mare. Lo afferma l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF), che oggi ha partecipato ai soccorsi.

La barca di legno si è capovolta vicino alla costa libica, poco prima che arrivasse sul posto la nave di MSF Dignity I. 

MSF ha ricevuto una prima chiamata dal Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma alle 9 di questa mattina per la barca di legno in difficoltà, ma è stata poi dirottata sul soccorso di un altro barcone. Quest’ultima operazione, che ha soccorso 94 persone, è terminata intorno alle 12.30. La Dignity I ha poi ricevuto un’altra chiamata che chiedeva di tornare a soccorrere la prima barca. All’arrivo della Dignity I, una nave irlandese arrivata per prima sul luogo aveva già avviato le operazioni di salvataggio perché la barca si era già capovolta. Sembrano essere sopravvissute circa 300 persone. 

 

“È stata una vista orribile, persone che si aggrappavano disperate ai giubbetti di salvataggio, alle barche, a qualunque cosa trovavano per cercare di salvarsi la vita, in mezzo alle persone che stavano annegando o a chi era già morto” racconta Juan Matías, coordinatore di MSF a bordo della Dignity I. “Il fatto che siamo stati chiamati prima per assistere questa barca e subito dopo per un altro salvataggio, dimostra la grave carenza di risorse disponibili per operazioni di soccorso nel Mediterraneo”.

Altre navi sono poi giunte sul luogo del naufragio per partecipare alle operazioni. La Dignity I ha fornito assistenza medica a 10 persone, di cui 5 erano in condizioni cosìgravi da richiedere l’evacuazione via elicottero. Anche le altre navi su cui opera MSF, la Bourbon Argos e la MY Phoenix gestita dal MOAS, sono accorse sul posto. 

“Oggi in mare abbiamo vissuto da vicino un nuovo, grandissimo dolore” ha detto Loris De Filippi, presidente di MSF. “Èun imperativo che le operazioni di soccorso si avvicinino il più possibile alle zone di partenza: solo due giorni fa 5 persone sono morte per disidratazione dopo 13 ore su un barcone e oggi questa tragedia ad appena 15 miglia dalla Libia. L’unica soluzione per porre fine a lutti e sofferenze in mare è aprire vie legali e sicure per consentire a queste persone, costrette a fuggire da guerre e povertà, di trovare sicurezza senza rischiare la vita".

Prima della tragedia di oggi, 1941 persone hanno già perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. MSF ha avviato la propria azione di ricerca e soccorso in mare a maggio e finora ha soccorso più di 10.000 persone.

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