Il caso Lo Porto in Parlamento Ma è venerdì: l'aula è deserta

di Renzo Moser

Per i deputati italiani, o almeno per la stragrande maggioranza di essi, la settimana di lavoro in Parlamento è corta, cortissima. Il venerdì, tanto per intenderci, tradizionalmente non è giornata di soverchio impegno, e moltissimi deputati e senatori «staccano» e lasciano Roma, per tornare a casa con la prospettiva di un fine settimana che, a fare un po’ di conti, è lungo quasi quanto la settimana «lavorativa», se non di più: difficilmente, infatti, tornano in aula prima del martedì.

Se ne è avuta una prova, vergognosa, oggi: nell’aula di Montecitorio si è presentato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. In agenda c’era una informativa urgente sulla morte di Giovanni Lo Porto, il cooperatore italiano rapito da al Qaeda e rimasto ucciso durante un attacco di droni americani tra Pakistan e Afghanistan. Ebbene, Gentiloni ha parlato davanti a un’aula praticamente deserta: una quarantina di deputati presenti, oltre a due membri del governo e alla presidente Laura Boldrini. Il gruppo più rappresentato era quello del Pd con 16 deputati. Tutti gli altri avevano meno di dieci deputati presenti.

Non si è trattato di un bel messaggio: evidentemente il destino di un uomo di pace morto sotto le bombe non è considerato più importante dell’irrinunciabile «ritorno sul territorio» del week end.

«Ho provato rammarico a vedere un’aula che non era così piena come sarebbe dovuta essere», ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini. «Non si spiega - ha proseguito -, perché sono i gruppi a chiedere l’informativa, il Governo risponde immediatamente e poi in aula ci sono pochi deputati. Io credo che questa cosa debba essere fonte di riflessione da parte dei gruppi politici».

 

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