Cento nuovi 007 contro gli jihadisti

In attesa che il Consiglio dei ministri, dopodomani, dopo due rinvii, approvi le misure antiterrorismo, è ancora in corso e tra non poche difficoltà, il lavoro di limatura e coordinamento dei tanti ministeri - soprattutto il Viminale di Angelino Alfano - che collaborano al pacchetto di provvedimenti. Mentre si rifinisce la messa a punto e si calibrano le nuove strategie di contrasto, è continuato l'intensificarsi della sorveglianza delle forze dell'ordine negli scali aeroportuali e nelle stazioni dove l'allerta è sempre alta dopo le stragi di Parigi.
Alla stazione di Torino Porta Nuova, la Polfer ha identificato 56 persone, 22 delle quali straniere. Tra loro un marocchino che si era allontanato dagli arresti domiciliari. A Catania, invece, è stato convalidato l'arresto dell'albanese sospetto che tre giorni fa aveva tentato di prendere un volo per Londra con un passaporto falso.
Tra le misure allo studio contro la minaccia del fondamentalismo islamico armato ci sarebbe anche la concessione del permesso di soggiorno a chi collabora con l'intelligence, come incentivo. Gli uffici legislativi sono al lavoro sulle bozze: coinvolti Interno, Giustizia, Difesa, Esteri, Economia ed anche la presidenza del consiglio dei ministri per la parte che riguarda i servizi segreti. Il responsabile degli 007, il sottosegretario Marco Minniti, ha preparato le proposte per «elevare, in maniera mirata, la capacità degli organismi di sicurezza».
Sul piano legislativo si punta ad ampliare le garanzie degli agenti che operano in scenari ad alto rischio, dandogli la possibilità di testimoniare sotto falso nome per non bruciare la vera identità degli infiltrati. Si prevede anche di fornire «nuovi strumenti di acquisizione informativa», consentendo agli 007 di avere colloqui con i detenuti (ora vietati dalla legge). L'obiettivo è quello di mettere sotto stretto monitoraggio un ambiente, quello carcerario, particolarmente fertile al proselitismo jihadista.
Nel «pacchetto», dovrebbe esserci anche un piano di reclutamento straordinario nell'intelligence di professionalità specializzate: si tratterebbe di circa 100 uomini in più nel triennio 2015-2017 da impiegare nei campi del terrorismo di matrice religiosa, della conoscenza di lingue rare e della sicurezza cibernetica. Cinque milioni di euro la spesa aggiuntiva prevista. Naturalmente il piano di contrasto punta anche sul miglioramento tecnologico con il potenziamento dei database, della capacità di ricerca e di condivisione delle informazioni, degli strumenti informatici e dei collegamenti.

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