Scontro su F35 e spese militari, M5S: in realtà aumentano

La spesa inserita nella Legge di stabilità per l'acquisto dei cacciabombardieri F35 (il discusso programma di armamenti prevede circa 14 miliardi di esborso pubblico) potrebbe essere rivista, in virtù della volontà espressa da varie forze politiche, secondo le dichiarazioni di Elio Vito (Fi), presidente della commissione difesa della Camera dei deputati. Il movimento Cinque stelle, però, contesta che questa riduzione sia realmente fra gli obiettivi del governo e contestualmente denuncia che l'esecutivo Renzi starebbe per procedere all'acquisto di dieci navi da guerra per un costo complessivo di oltre cinque miliardi.

Per parte sua, il deputato di Sel e noto esponente del mondo delle Ong Giulio Marcon ha criticato l'atteggiamento della maggioranza e del Pd, che dopo aver votato alla Camera, il 24 settembre scorso, una mozione per dimezzare la spesa sugli F35, pochi giorni fa, in commissione bilancio, non ha dato corso a quell'impegno: «Così nella Legge di stabilòità non si intaccano i fondi per i caccia. Renzi, quando sta davanti ai boyscout (come questa estate a San Rossore) dice che gli F35 "non sono un'arma per costruire la pace" e che sono "inutili" (però sono molto utili al business militare e alle poetiche di riarmo) ma ai suoi parlamentari dice di fare esattamente l'opposto: gli F35 non si toccano»,

Oggi al convegno per la presentazione degli atti dell’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma destinati alla difesa, Vito ha detto: «Nel corso dell’indagine conoscitiva da diverse parti politiche è stata manifestata la necessità di rivedere la pianificazione di taluni programmi di acquisizione di sistemi d’arma in corso di esecuzione con particolare riferimento al programma Forza Nec e al programma F35. Al riguardo anche in considerazione dell’ingente numero di risorse pubbliche investite, è apparso a tutti necessario mantenere costante il confronto istituzionale, nel rispetto delle rispettive competenze, sui temi legati alla pianificazione e all’ammodernamento dei sistemi d’arma su questi programmi. Più in generale è stata ribadita la necessità di pervenire quanto prima all’elaborazione di un libro bianco della Difesa che consenta di avviare una riflessione profonda sulle ragioni e i modi di certe scelte e, leggo testualmente il documento conclusivo, eventualmente anche correggerle».

Ma i i deputati M5S della commissione Difesa denunciano invece la decisione di aggiungere altre spese per armamenti: «Dopo il programma F35, che costerà agli italiani circa 14 miliardi di euro, il governo si appresta a varare l’acquisto di dieci navi militari per un costo complessivo di 5,4 miliardi. Iin questi giorni la commissione sarà infatti chiamati ad esprimere un parere sulla Legge navale, all’interno della quale il governo chiederà di dar seguito ad uno stanziamento di 5,4 miliardi di euro, già previsto nella Legge di Stabilità elaborata dal precedente esecutivo, in favore dell’acquisto di unità militari navali con esplicite capacità offensive, persino superiori a quelle delle fregate FREMM, che oggi hanno in dotazione lanciamissili, lanciasiluri, lanciarazzi, cannoni ed elicotteri d’attacco».

«Francamente - proseguono i 5 Stelle - riteniamo che un rinnovamento della flotta italiana sia anche necessario, ma è evidente che tali unità navali, pensate e progettate principalmente per scenari di guerra anche in mari lontani, non rispondano in alcun modo alle reali esigenze del Paese. Peraltro, riscontriamo una certa incoerenza dietro le forme e le modalità di tale acquisto. Infatti, di fronte ad ogni nostra proposta formulata in passato per l’azzeramento del programma F35 abbiamo sempre ricevuto, da diversi esponenti di governo, un altolà legato all’eventuale pianificazione del ‘Libro Biancò e degli obiettivi strategici, quindi dei prossimi investimenti nel comparto della Difesa. Quando però si tratta di dare il via a nuove spese militari il problema sembra non sussistere, e la rincorsa agli armamenti si fa rapida quanto silenziosa».

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