Filippine, secondo l'Onu i morti sono oltre 4 mila

Il caos provocato dal supertifone «Haiyan» produce una macabra guerra di cifre sulle vittime nelle Filippine. L'Onu parla di circa 4.400 morti, mentre Manila è ferma a 3.600, ma si teme che il bilancio crescerà. Nel frattempo, la comunità internazionale è attiva nei soccorsi. Dagli Usa sono in arrivo 900 marines e l'Ue ha inviato un team in una delle città più colpite. L'Italia entro domenica farà partire tre voli umanitari. Ieri mattina, intanto, sono stati rintracciati altri due nostri connazionali. Ora ne mancano all'appello quattro

Il caos provocato dal supertifone «Haiyan» produce una macabra guerra di cifre sulle vittime nelle Filippine. L'Onu parla di circa 4.400 morti, mentre Manila è ferma a 3.600, ma si teme che il bilancio crescerà. Nel frattempo, la comunità internazionale è attiva nei soccorsi. Dagli Usa sono in arrivo 900 marines e l'Ue ha inviato un team in una delle città più colpite. L'Italia entro domenica farà partire tre voli umanitari. Ieri mattina, intanto, sono stati rintracciati altri due nostri connazionali. Ora ne mancano all'appello quattro.
Tornando aI numero delle vittime, questo risulta comunque ancora molto inferiore alle diecimila stimate nei primi giorni del disastro. L'Onu riferisce di 4.460 morti, citando la Protezione civile filippina, che però replica con un bilancio ufficiale di 2.360. Al governo di Manila, invece, risultano 3.621 morti, più 1.140 dispersi: una cifra che però sostanzialmente coincide con la stima Onu. Il Comune di Tacloban, del resto, afferma che almeno 4.000 morti provengono dalla città costiera tre le più devastate dal tifone.
La Croce Rossa, tra l'altro, teme che la cifra sia ancora provvisoria poiché diverse testimonianze parlano di cadaveri non identificati che giacciono ancora per le strade, tra le macerie.
Le operazioni di soccorso intanto proseguono a pieno regime.
I 900 marines americani dovrebbero arrivare nelle Filippine tra circa sei giorni. L'Unione Europea invia a Tacloban un team guidato dall'italiano Luigi D'Angelo, per facilitare l'arrivo degli aiuti e coordinarsi con le autorità locali e le altre organizzazioni internazionali. Da Roma il Consiglio dei ministri decreta lo stato di emergenza per sbloccare l'invio dei soccorsi. Alla Farnesina si fa il punto in una riunione presieduta dal viceministro degli Esteri Lapo Pistelli con ong, enti locali e ministero della Difesa.
In totale sono previsti tre voli umanitari entro domenica. Il primo doveva partire giovedì scorso con tende, coperte, taniche d'acqua e potabilizzatori, ma è rimasto bloccato per «affollamento» nei cieli filippini. Altri due porteranno un presidio medico avanzato, 11 tonnellate di generi di prima necessità dall'Italia e altri Paesi, un ospedale da campo e un team di funzionari della protezione civile e delle regioni. Ed è in preparazione anche un quarto volo.
Sul fronte delle ricerche degli italiani, invece, si registra il ritrovamento di altre due persone. «Stanno bene ed hanno retto emotivamente», fa sapere il ministro Emma Bonino. E il suo vice Pistelli aggiunge poi che per i quattro che ancora mancano all'appello si è «ragionevolmente ottimisti», perché «l'assenza di notizie è collegata a un totale collasso delle comunicazioni», tanto più che i nostri connazionali si troverebbero «nell'epicentro del tifone» e questo rende «un po' faticoso ritrovarli».
Infine una curiosità: l'Ikea, il gigante svedese dell'arredamento, ha surclassato la Cina donando 2,7 milioni di dollari (rispetto a 1,6) all'Unicef per i bambini filippini, rimasti orfani e senza casa. A livello di Stati, Australia più generosa degli Usa con 30 milioni contro 20.

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