Gli italiani vivono una lunga fase di incertezza

La lettera al direttore

Gli italiani vivono una lunga fase di incertezza

In sintesi, gli italiani vivono una fase di incertezza. Sperano in una situazione più positiva per il futuro, anche se in maggioranza ritengono che la crisi durerà ancora qualche anno. Più positivi risultano i giovani fino ai 30 anni nel Centro Sud, molto meno i 31-44enni del Nord Est, per i quali si registra un calo di fiducia. In questo contesto la tensione al risparmio rimane molto forte, con segnali di ulteriore rafforzamento, soprattutto in un’ottica cautelativa. Cresce anche il valore sociale che al risparmio viene attribuito: l’80% degli italiani ritiene, infatti, che sia utile per lo sviluppo sociale e civile del Paese. In un presente che appare complesso e contraddittorio, le scelte di consumo diventano più guardinghe e accorte, frenando la tendenza al recupero dei consumi che si era registrata negli ultimi anni. Le prospettive dell’Italia sembrano fortemente legate all’Europa: se da una parte è forte la delusione per i progressi del processo di unificazione europea (il 53% ha una bassa fiducia), dall’altra ancor più che in passato si ritiene fondamentale la scelta europeista del Paese (il 66% ritiene che l’uscita sarebbe un danno per il Paese, in crescita rispetto al 61% del 2017; chi ritiene l’uscita un vantaggio scende dal 17% al 14%). Allo stesso tempo sempre più italiani sono convinti che - in una prospettiva di medio periodo - rimanere nell’euro sia la scelta più idonea.

Paolo Rosa


 

La crisi è reale, ma a volte diventa un alibi

Così sembrano dire statistiche e sondaggi vari. Lei sa però molto bene, al di là delle percezioni, che molto dipende dalle domande che vengono fatte e da come vengono fatte. Sulla durata della crisi, purtroppo, sembra peraltro esserci un giudizio quasi unanime. E questo è un vero limite, una sorta di tetto che impedisce ai nostri sogni di liberarsi. Abbiamo infatti bisogno prima di tutto di speranza, di ottimismo, di prospettive. La crisi è reale, ma a volte diventa anche un alibi perfetto: per stare immobili ad aspettare che finisca. Invece serve l’opposto: serve muoversi, serve fantasia, serve spirito d’iniziativa, serve un altro sguardo, un’altra prospettiva. L’Italia della ricostruzione è ripartita dalle macerie ed era armata solo di voglia di vivere e di sognare.

a.faustini@ladige.it

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