Muse, troppi lavoratori precari La Provincia deve intervenire

La lettera al direttore

Muse, troppi precari: la Provincia intervenga

Egregio Direttore, intervengo sul tema “Muse”. Nato da una intelligente intuizione, il museo sta godendo di grande successo di critica e di pubblico. Su di esso, però, imperversa un grosso pericolo che mette a repentaglio la sua stessa vita. Il problema nasce dalla infelice posizione riservata alle persone che, veri ed apprezzati professionisti dei beni culturali, lavorano con contratto indecoroso e in condizioni inaccettabili. Sono “dipendenti” che costituiscono l’asse portante del museo. La loro assenza comporterebbe un grave declino del museo stesso. Ma da parte delle Istituzioni (che dovrebbero essere interessate e coinvolte) un silenzio assordante! Sono indignato dal comportamento della Provincia che ha il tempo di rinunciare impunemente al milione di euro assegnato dallo Stato, ma rimane colpevolmente inerte, assente di fronte a un problema di notevole interesse pubblico che si rifiuta di affrontare. Sono spiacevolmente sorpreso dall’evidente indifferenza che i responsabili del Muse assumono di fronte a un tema che oso definire determinante per la sopravvivenza del museo stesso. Trovo inspiegabile che il ruolo di una ossatura determinante del Muse sia farisescamente delegato ad un organismo cooperativo esterno dalle dubbie competenze specifiche. Sono convinto che sia pertanto necessario e urgente che il Muse si riappropri della struttura organizzativa dei suoi professionisti culturali che vi operano.

Enio Tonetta


 

Dare certezze a chi vi lavora

Lei ha ragione. In pochi sanno che dietro e dentro questo grande gioiello c’è, come dire, molta precarietà. Qualcosa è stato fatto, ma sono davvero ancora molti i contratti indefiniti e per proseguire al meglio è necessario dare certezze al mondo che opera dentro e attorno al Muse. Ha fatto bene a ricordarlo e a ricordare quanto sia importante che la Provincia dirima la questione. Non metterei però in contrapposizione una scelta - a mio avviso sbagliata - della politica (la rinuncia al milione di euro) e l’assenza di decisioni chiare per quel che riguarda alcuni dipendenti del Muse. Sono partite troppo diverse e fra loro non connesse. Il che non vuol dire che non serva un’attenzione particolare ad entrambi i temi.

a.faustini@ladige.it

comments powered by Disqus