Quante belle persone lavorano negli ospedali

Quante belle persone lavorano negli ospedali

Leggo spesso critiche alla sanità trentina, ebbene io invece sono qui a raccontare l’esatto contrario. Un grave male mi ha costretta ad aver bisogno di cure sanitarie. Sono stata sia all’ospedale di Rovereto, che ad Arco e desidero congratularmi e ringraziare sia i medici che il personale paramedico. Ho incontrato grande professionalità e umanità nell’equipe medica con la dottoressa Susanna Cozzio di Rovereto e il dottor Beneamati di Arco, le caposala e il personale infermieristico. Grazie, grazie a tutti, di cuore. Mi preme anche lanciare un appello per far sì che vengano rinforzati i reparti perché queste persone così brave e competenti sono davvero oberate di lavoro.

Lamberta Ruele - Rovereto


 

Sommersi dal lavoro e dalla burocrazia

Quante belle persone ci sono nei nostri ospedali. Non mi stancherò mai di dire che accanto alle notizie legate a ciò che non va - critiche spesso giuste, qualche volta, anche se non del tutto corrette, comunque comprensibili - ci sono anche tante belle cose da raccontare.
Non tutte finiscono in prima pagina, ma questo spazio speciale che il giornale dedica alle lettere è perfetto anche per un bel grazie, per una parola che usiamo troppo poco. Spesso, senza nulla togliere alla grande professionalità di chi ci cura, il problema è proprio quello che cita lei: chi lavora in ospedale è spesso sommerso (dal lavoro, ma anche dalla burocrazia) e ciò che dovrebbe essere normale a volte diventa, come dire, eroismo sanitario.
Ma, ripeto, le persone speciali, a tutti i livelli, ci sono. E tutto diventa possibile.

a.faustini@ladige.it

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