La crisi ci costerà molto, speriamo in Mattarella

La crisi ci costerà molto, speriamo in Mattarella

Caro direttore, ci risiamo. Ricominciamo (anche se in effetti per alcuni non è mai finita) la campagna elettorale. Poco male si potrebbe pensare, considerato che in Spagna per esempio sono andati per tre volte al voto nell'arco di due anni. E in effetti se un governo non esiste più, occorre ragionevolmente porre un rimedio. Tutto normale quindi? Si se non fosse per come e con quali argomenti i vari leader politici stanno affrontando la situazione. Quello che fa specie in particolare è che tutti, ma proprio tutti, hanno come unico scopo, quello di avvantaggiarsi politicamente e numericamente rispetto alle prospettive future.

E nessuno e dico nessuno, invece, sta tenendo presente quanti danni ha già provocato e ancora peggio provocherà questa inusuale crisi di governo estiva. Per fare alcuni esempi sotto gli occhi di tutti, comincio dai quasi 20 miliardi già bruciati nel mondo della finanza con Spread in aumento e borsa in forte ribasso. Poco male direbbe qualcuno, allora cosa dire della stabilizzazione dei 54 mila precari della scuola per i quali il decreto non è ancora definivo? E dei lavoratori dell'ILVA che rischiano di andare tutti a casa?

E quelli dell'Alitalia? E quelli della Whirlpool? Ma anche della seria possibilità di essere esclusi dalle prossime competizioni olimpiche, della serissima possibilità di vederci aumentata l'IVA a partire da gennaio con una spesa media in più per ogni famiglia di circa 1.000 euro all'anno, del mancato finanziamento alle grandi opere che stava prendendo forma, alla concessione dell'A22 con i relativi finanziamenti alle infrastrutture previste dai ricavi, e così via per tutte quelle cose che quel famoso "governo del cambiamento" che il Ministro Salvini aveva giurato e spergiurato sarebbe durato 5 anni, alla faccia di coloro che hanno lanciato #diluimifido! Ultimo ma non per importanza la possibile infrazione da parte dell'Unione Europea, che sta aspettando la manovra di correzione dei conti proprio per non infliggerci la sanzione.

Cosa si può dedurre quindi da quanto sta accadendo, che i leader politici come ci hanno abituato negli ultimi anni, pensano solo ai propri interessi in barba al "prima gli italiani" tutti indistintamente pensano a come favorire il proprio schieramento, o come non avvantaggiare quello degli altri, in vista di possibili elezioni anticipate e di come meglio posizionarsi nello schieramento politico.
Nessuno di questi pensa agli interessi collettivi. A dire il vero non lo pensano neppure gli stessi italiani, un po' perché distratti dal caldo e dalle vacanze estive, un po' per cieca partigianeria, come se i danni che questa crisi provoca e provocherà, non li coinvolgesse, un po' per ignoranza (nel senso che non si sanno le cose) e tanti anche per indifferenza causata dalla frustrazione di non poter cambiare le cose rispetto a quanto accade intorno a loro. Insomma tutto nella norma, come da consolidata cultura italiana.
Che fare? Speriamo nella lungimiranza e nelle persone ancora illuminate che questo nostro Paese riesce comunque a esprimere, a cominciare dal Presidente Mattarella e che nel buon Dio, quello vero, non quello che si espone per alcune occasioni particolari, nella speranza che ci guardi dall'alto e ci dia la forza per andare avanti.

Enrico Lillo


 

Una crisi che investe tutti

Ricordo molti responsabili di molte crisi, in Italia. A volte premiati e altre volte bocciati dagli elettori.
E tendo a non stupirmi più. Come ho avuto modo di scrivere domenica, la crisi sembra riguardare tutti gli italiani, questa volta. E c'è di che preoccuparsi. Se non altro perchè non abbiamo certo bisogno di dividerci fra di noi (noi intesi come italiani, non come tifosi di una fazione o dell'altra).

a.faustini@ladige.it

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