Sulle nostre strade poco rispetto per le bici

Non passa giorno che non si legga ciclisti investiti da automobili sulle strade

Sulle nostre strade  poco rispetto per le bici

Non passa giorno che non si legga ciclisti investiti da automobili sulle strade.
Personalmente come certamente centinaia di altri amici in bici, al rientro della solita sgambata giornaliera in bicicletta provo un sollievo per essere rientrato a casa integro, non essere stato scaraventato da qualche automobile e non essere finito all'ospedale.
Mi permetto di aggiungere in particolare sulle nostre strade in Italia.
Sono rientrato da pochi giorni da un giro in bicicletta, ho attraversato mezza Europa, posso confermare che al di fuori della nostra Italia, in tutti quei casi dove si pedala sulle strade, senti che gli automobilisti che vogliono superarti rimangono dietro in attesa di poterlo fare lasciando uno spazio di 1,5metri fra loro e la bicicletta.
Questo succede per il 99 per cento, purtroppo da noi in Italia è esattamente il contrario.
Sarebbe auspicabile che anche gli organi di informazione, Polizia e Carabinieri intervenissero per cercare di evitare e sanzionare questa grande maleducazione che giorno dopo giorno diventa sempre più pricolosa con degli incidenti gravissimi.
Mi rimane un grande desiderio: poter far provare a quegli automobilisti a dir poco non rispettosi, lo spavento che prova chi è in bici quando passano a 50 centimetri ad altissima velocità.
Naturalmente sia automobilisti che moto.

Gianfranco Tonelli


 

Non bastano le multe

Il suo desiderio è certamente il desiderio di molti, ma penso che tantissime persone non solo sappiano immedesimarsi, ma si ricordino bene - se non altro attingendo ai ricordi - delle paure che hanno vissuto quando hanno percorso una qualsiasi strada in bici. Queste terre, per fortuna, hanno investito molto in ciclabili.

Ma sulla sicurezza si può e si deve fare molto di più. In fondo anche iniziative come la chiusura temporanea dei passi potrebbero contribuire a costruire una nuova mentalità, a farci riflettere sul rapporto spesso conflittuale che c'è fra ciclisti, automobilisti, motociclisti. La verità? Quando siamo su un mezzo tendiamo ad odiare tutti quelli che ci stanno intorno su altri mezzi.
Al solito, non si può generalizzare.

Ma ognuno di noi, ogni giorno, vede di quelle cose... Ed è anche per questo che, al di là delle multe, serve qualcosa di diverso, capace di cambiare la nostra testa e la nostra cultura (perché alla fine è di cultura che parliamo), il nostro rapporto con chi ci sta accanto, anche sulla strada. All'estero la situazione non è sempre migliore. Pensi ad esempio a quante persone stanno morendo a Londra, in pieno centro, a bordo delle loro bici. Certamente possiamo copiare le esperienze positive che ci sono in giro, ma dobbiamo lavorare su noi stessi.

In fondo, siamo una sorta di capitale della bici (e delle moto) e dunque possiamo immaginarci una via originale, che cominci dal rispetto e dalla sicurezza per finire in un cambiamento reale. Che porti alla convivenza possibile e rispettosa.

a.faustini@ladige.it

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