Il mistero dell'orso fuggito dal Casteller

Il mistero dell’orso fuggito dal Casteller

Egregio Direttore, leggo sempre con interesse la Sua rubrica ed apprezzo molto le risposte e/o i commenti che Lei sa dare alle lettere che Le vengono inviate. Vorrei sottoporre alla Sua cortese attenzione l’ articolo di Gianpaolo Visetti pubblicato il 17 luglio sul quotidiano La Repubblica intitolato «Il giallo dell’orso, tutti i dubbi sulla sua fuga impossibile», secondo il quale si teme una verità “diversa” nonché sospetti circa la sua cattura e la successiva fantomatica “fuga” da un recinto elettrificato, a 7000 volt e alto 4 metri.

Anna Furitano

 

Sì, un po' di giallo resta

La ringrazio per la segnalazione. Avevo letto quell’articolo e anch’io, nel mio piccolo, ho sollevato qualche dubbio fin dal primo minuto, anche perché i miei colleghi sono stati improvvisamente convocati a due conferenze stampa nel giro di pochi giorni: la prima evasiva (come se nel frattempo fosse successo qualcosa di imprevedibile o, meglio, di indicibile) e la seconda, a distanza di pochi giorni, lacunosa (perché nel frattempo l’orso era stato sì preso, ma era anche scappato). Devo dire che dopo un incredibile e incomprensibile “silenzio” fotografico di qualche lunghissimo giorno, la Provincia autonoma di Trento (che di solito ci inonda di foto delle varie catture) ci ha finalmente mandato qualche immagine di M49 nel recinto del Casteller (dove, come noto, s’è fermato poco). Un po’ di giallo resta, in verità, ma il Vallanzasca di pelo - come mi sono permesso di chiamarlo in questi giorni per la sua evasione rocambolesca - evidentemente è più furbo di chi, peraltro a norma di regolamenti precisi, ha allestito la sua “prigione”. La caccia all’”evaso”comunque, come noto, continua.

a.faustini@ladige.it

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