Italia, troppi debiti Basta accuse a Bruxelles

Italia, troppi debiti Basta accuse a Bruxelles

 

Italia, troppi debiti Basta accuse a Bruxelles


L’Europa ha richiamato l’Italia dal guardarsi bene dallo sforare il limite di debito pattuito con la Commissione europea. Salvini ha risposto, e non è la prima volta, che a lui non gliene frega niente di queste letterine e che lui sfora fin che gli pare (l’ultima volta che ci ha provato se n’è tornato a casa con la coda tra le gambe). Siccome una grossa parte del nostro debito è la Banca centrale europea che ce lo finanzia, oltre a una gran parte di investitori esteri più che italiani, c’è ben poco da “sbraitare”. Naturalmente chi l’ha votato l’ha subito osannato dicendo: «Così si fa! Glielo facciamo vedere noi all’Europa chi siamo».

Come no, sono proprio curioso di vedere come andrà a finire. È come se io, avendo un debito con la mia banca, quando questa, alla scadenza, mi impone di restituirlo, io mi presentassi e dicessi loro che non solo non voglio restituirlo ma che, anzi, voglio che mi diano altri soldi. Come credete che andrebbe a finire? Secondo me la banca mi risponderebbe senza tanti giri di parole: o paghi subito oppure come minimo mi sequestrano la casa.

C’è poco da fare il gradasso quando sei pieno di debiti, non sei certo tu quello che ha il coltello dalla parte del manico.

Ma adesso io mi domando: come mai la stragrande maggioranza degli Stati che hanno aderito all’Europa riescono a rispettare questi parametri pattuiti e noi invece no? Vi sembra che stiano come o peggio di noi? Non è forse che dobbiamo essere noi per primi a darci una regolata? Voglio far presente che in Europa le cose non funzionano come in Italia, dove chi ha ragione è sempre il più furbo invece che il più onesto. Facciamoci prima un serio esame di coscienza noi italiani su come ci comportiamo invece di vedere sempre l’Europa come la madre di tutti i nostri guai. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Vincenzo Clauser - Revò


Quel problema di narrazione sull'«Europa nemica»

 Prima di tutto noi abbiamo un problema di narrazione: i presidenti Berlusconi, Renzi e Conte (in verità, quest’ultimo, soprattutto attraverso i suoi vice, che proprio normali vice non sono) hanno detto più volte agli italiani che l’Europa è una sorta di nemica e che non serve stare all’interno di determinati parametri.

Questa narrazione - ben diversa da quella portata avanti ad esempio da Prodi, ma anche da molti altri, inclusi Letta e in parte Gentiloni - non aiuta. Né rispetto a quello che lei chiama un esame di coscienza, né rispetto all’impegno che dobbiamo assolutamente prendere - e onorare - con l’Europa.

Poi va invece detto che in un dialogo franco con l’Europa si possono anche chiedere deroghe e si possono cercare mediazioni, ma se invece si manda l’Europa a quel paese un giorno sì e un giorno anche, non solo si passa dalla parte del torto, ma si rischia di restare al tappeto, tramortiti dai debiti e da altre mille difficoltà. Infine, tornando all’esame di coscienza, va detto che non è esattamente una specialità italiana.

a.faustini@ladige.it

comments powered by Disqus