Vittorio Zucconi merita un ricordo

Vittorio Zucconi merita un ricordo

Caro direttore, mi auguro di sbagliarmi, ma non ho trovato traccia sui giornali locali, della notizia della scomparsa, a Washinghton, di un grande giornalista di «Repubblica»: parlo di Vittorio Zucconi. Allora lo faccio io, nella convinzione di porre riparo ad una imperdonabile omissione. Direttore di Radio Capital per ben 22 anni, lo si era visto in «Zucconi risponde» e in «Tg Zero»; era stato spesso ospite della Gruber nella nota rubrica «Otto e mezzo». Aveva girato il mondo ( Bruxelles, Parigi, Mosca, Roma, Tokyo, etc..), cercando sempre di capirlo ed approfondirlo, con gli occhi del mestiere; ed era stato soprattutto in America, che aveva raccontato come pochi hanno saputo fare.

Giornalista dotato di grande facilità di scrittura, supportata da notevole cultura, che traspariva da tutto ciò che raccontava, Zucconi era altresì dotato di notevole capacità comunicativa, che gli permetteva di entrare subito in sintonia con qualsiasi interlocutore, anche di diverso orientamento politico. La sua talvolta apparente rudezza espositiva, nascondeva una sincerità d’intenti, che non tollerava compromessi.

Era altresì un grande amante dello sport, soprattutto del calcio, attraverso il quale poteva dare sfogo al suo temperamento, che assumeva aspetti di infantile esuberanza. Granitico nelle sue convinzioni ideologiche, lo ricordiamo intransigente sul tema dei migranti, non tollerando che si potesse mettere in discussione l’assoluto obbligo d’intervento e di salvataggio nei confronti del naufrago; a prescindere dalla sua eventuale clandestinità. Lo ricordiamo fortemente critico nei confronti dell’attuale politica, definendo “populisti alle vongole” i suoi attuali rappresentati con responsabilità di governo.

Ci ha salutati nel giorno delle votazioni per le europee, evitando di dover prendere atto di un risultato elettorale, che aveva previsto e che non gli avrebbe di certo fatto piacere. Sì: dovevamo ricordare Vittorio Zucconi.

Pietro Chiaro


 

Con lui conversazioni indimenticabili

Ne abbiamo parlato, ma Vittorio - una delle firme più straordinarie di questa e della precedente generazione - meritava di sicuro più spazio. A volte siamo troppo autoreferenziali, a volte compare invece uno strano pudore che ci impedisce di dare il giusto spazio a uno di noi, anzi: a uno dei migliori di noi. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, anche di chiedergli qualche pezzo per i giornali che ho guidato.

Conversazioni indimenticabili. Come i suoi pezzi. Del resto, era il figlio di un grande (Gugliemo Zucconi) e ha saputo diventare ancor più grande. Le sue parole, la sua acutezza, la sua ironia anche caustica, il suo sguardo, resteranno.

a.faustini@ladige.it

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