In Trentino mancano i medici ora anche gli studenti laureati potranno entrare in servizio

di Marica Viganò

Potranno diventare medici di famiglia o di guardia, i laureati che stanno ancora frequentando il corso di formazione. Con l’intesa sulla Medicina Generale tra Regioni e sindacati, firmata giovedì sera a Roma, Trento si garantisce un potenziale “tesoretto” di una sessantina di medici di base, pari al numero di iscritti alla Scuola di formazione specifica in medicina generale che ha sede a Povo presso Fbk: potranno concorrere alle prossime selezioni e ottenere un posto a tempo indeterminato nella nostra provincia.

Naturalmente sarà stilata una graduatoria che terrà conto di diversi parametri, dall’anzianità all’interno della Scuola di formazione alla laurea, ma in questo accordo nazionale è ben chiaro il vincolo è territoriale: prima del termine della formazione è possibile partecipare a concorsi per incarichi a tempo indeterminato solo nell’ambito della provincia (come nel nostro caso) o regione presso cui si sta frequentando la scuola. Il posto fisso è garantito, se si vuol rimanere in Trentino. In caso si preferiscano altre zone d’Italia è obbligatorio terminare la formazione per accedere al concorso.

Al tavolo della trattativa nazionale, nell’ambito del rinnovo dell’Accordo collettivo sulla Medicina Generale, ha partecipato il dottor Nicola Paoli, capodelegazione sindacale, segretario generale di Cisl Medici del Trentino. «È la prima volta che un trentino firma un contratto nel settore della medicina generale, sia per la parte normativa che per quella economica riguardante arretrati e aumenti retributivi» evidenzia Paoli.

L’accordo entrerà in vigore entro fine anno. «Con la clausola che prevede che i medici in formazione possano iscriversi ai concorsi di medicina generale, si potranno avere i numeri per risolvere il problema dei pensionamenti - specifica Paoli - Ho chiesto di inserire il vincolo della permanenza sul territorio, affinché gli iscritti alla Scuola di formazione di Trento possano partecipare solo ai concorsi all’interno della nostra provincia: in Trentino vanno via dagli 8 ai 9 medici all’anno e nei prossimi tre anni ci sarà il picco dei pensionamenti. Dal 2022 si dovrebbe fermare tutto. Nella Scuola di formazione di Trento abbiamo tra 60 e 65 iscritti: sono già medici, ma non ancora abilitati per diventare medici di base e per accedere i concorsi. Con il nuovo accordo potranno concorrere a titolo definitivo, non più solo per sostituzioni e incarichi provvisori. Questo permette anche ai nostri cittadini di sentirsi meno orfani quando i medici attuali andranno in pensione».

IL PROBLEMA: TANTI CONCORSI, POCHI CANDIDATI

Ci sono i concorsi, ma non i candidati. Soprattutto nelle selezioni per sedi in luoghi periferici. «Nel marzo di quest’anno si sono presentati in sei per 53 posti di titolari di guardia medica in Trentino: l’Azienda sanitaria deve continuamente tappare i buchi con supplenti da tutta Italia. Ci sono anche sette posti liberi per la medicina generale. Ora siamo al secondo step del concorso e si attingerà alle graduatorie nazionali» spiega Nicola Paoli di Cisl Medici. «La firma del contratto nazionale - prosegue Paoli - dovrebbe tranquillizzare tutti coloro che nella Provincia di Trento paventavano l’idea che con il forte pensionamento dei nostri medici di famiglia, nei prossimi anni, non si sarebbe trovato fuori provincia il necessario ricambio generazionale». Un passo in avanti è stato fatto. Tuttavia ci sono altri ostacoli da superare per raggiungere un numero di professionisti sufficiente a garantire l’assistenza ai cittadini anche nelle zone periferiche.
«Parliamo di una professione impegnativa, indispensabile, non valorizzata e non sostenuta dalle istituzioni. È necessario aumentarne il valore, riconoscendolo sotto tutti i profili - evidenzia il dottor Marco Ioppi, presidente dell’Ordine dei medici del Trentino - Mancano medici nelle strutture periferiche, nelle valli più lontane dalla città, ad esempio nel Primiero. C’è una carenza anche nelle Giudicarie. Meno problemi ci sono a Trento, Rovereto e lungo l’asta dell’Adige. In questo momento le proiezioni dell’Azienda sanitaria indicano che verranno a mancare una decina di medici all’anno, dunque 50-60 nei prossimi 5-6 anni. Bisogna dare risposte concrete alla situazione di emergenza che si è creata e con il nuovo accordo lo sforzo a livello sindacale è stato fatto. Di fronte a tante chiacchiere c’è stata una risposta concreta. Il punto è che è mancata una programmazione negli ultimi vent’anni e in situazioni di emergenza le proposte possono non essere sufficienti: non c’è solo un problema di quantità, ossia di medici mancanti, ma anche di qualità. Finché non si rende la professione attrattiva avremo sempre carenze».
La Scuola di formazione specifica in medicina generale di Trento è una struttura didattica patrocinata e finanziata dalla Provincia autonoma di Trento e in carico all’Ordine provinciale dei medici. «La nostra Scuola è una delle più vecchie, essendo in funzione già dal 1999: vanta una solida esperienza, con riconoscimenti nazionali e internazionali. L’Ordine dei medici garantisce la preparazione degli iscritti - prosegue il dottor Ioppi - Come Ordine dobbiamo preoccuparci che ci sia un servizio sanitario sicuro e, con questo nuovo accordo, dobbiamo fare in modo di non mandare i giovani allo sbaraglio, ma di assisterli in una formazione diversa trovando strumenti che permettano sia di lavorare che di completare la formazione. Non tutti gli iscritti sono trentini, ne abbiamo 5-6 all’anno residenti nella nostra provincia». Grazie all’opportunità di accedere ai concorsi sul territorio potrà aumentare il numero dei medici che decideranno di fermarsi in Trentino.

comments powered by Disqus