Manfrini in cella per l'omicidio «Non so cos'è successo, lei era la donna della mia vita»

Marco Manfrini, accusato di omicidio aggravato per la morte della moglie Eleonora Perraro, sarà nuovamente interrogato dal giudice domani mattina alle 9. «Era la donna della mia vita, l’ho persa. Adesso cosa faccio? Farei meglio ad uccidermi» giovedì ripeteva queste frasi in continuazione. Sono più o meno le uniche che ha pronunciato, mentre per l’intera giornata è rimasto in caserma dei carabinieri a Riva del Garda. Ieri, evidentemente, la sua percezione del mondo - e di quello che è accaduto l’altra notte - non era cambiata: continua a dire di non ricordare. Un’amnesia retrograda che potrebbe derivare dall’alcol - aveva bevuto superalcolici in quantità importanti - dallo stato di shock o da banale strategia. Ma fra poche ore dovrà affrontare nuovamente un interrogatorio.

Propende per lo shock il suo legale, l’avvocato Elena Cainelli, che venerdì mattina è andata in carcere per verificare le sue condizioni. «È estremamente provato, direi ancora in stato di choc. L’ultimo ricordo che lui ha, è della vittima sorridente, in un contesto di grande serenità. Non c’erano stati screzi, non c’erano stati motivi di litigio. Non si capacita di quel che è accaduto. E pensa solo a quello. Non mi ha chiesto niente per se stesso, non mi ha chiesto cosa gli potrà accadere. Nulla. Continua a chiedersi solo cosa sia accaduto quella notte. E continua a ripetere che non hanno litigato, che non ricorda nulla».
La giornata la ricorda bene, a quanto pare. A mancargli è solo l’epilogo: «Sì, ricorda che hanno trascorso la prima parte della giornata a Rovereto, hanno fatto un giro in città. Poi avevano deciso di andare al lago, in serata. Ma si sono avviati e non sono più scesi, sono rimasti a Nago, al Sesto Grado - prosegue il legale - hanno fatto la foto, hanno bevuto qualcosa insieme. Poi per lui c’è il buio più totale».

Per ora è presto, ma è ovvio che su questo si giocherà buona parte della strategia difensiva. Tanto che una delle ipotesi è quella di affidare una consulenza psichiatrica: «Credo che sia imprescindibile, per capire quel che a accaduto quella notte. Allo stato attuale tutte le strade restano aperte».
Soprattutto, quel che si attende è che passi per lo meno lo stato di shock. E lui sia in grado di spiegare, se non quella notte, per lo meno lo stato dei rapporti tra loro. Magari a partire dai fatti che avevano portato all’ammonimento del questore.

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