Domani si apre la stagione della caccia Settemila trentini pronti a sparare

di Denise Rocca

Una domenica speciale ed emozionante per le doppiette trentine: dopo mesi di preparazione si apre la stagione venatoria. L’altra parte del mondo che guarderà a domani come un giorno particolare, con uno spirito però più vicino all’orrore che altro, è quello animalista: lo scontro fra i due mondi è al momento in tribunale con una serie di ricorsi depositati al Tar di Trento che riguardano la grande novità introdotta a inizio anno dalla Giunta provinciale, ovvero la soppressione del Comitato faunistico, organismo che si occupava di stabilire piani di prelievo e le prescrizioni tecniche dell’attività venatoria, e del quale facevano parte esponenti del mondo ambientalista, cacciatori e Parco naturale Adamello Brenta, oltre che dirigenti provinciali.

Ma ci sono ricorsi anche sui calendari venatori per alcune specie e sulle prescrizioni tecniche approvate dalla giunta provinciale. I vertici dell’Associazione cacciatori trentini lasciano i giudici decidere in merito, con una specifica riguardo alla data di avvio della stagione venatoria: «C’era una lamentela per l’apertura al primo di settembre - spiega il vicepresidente dell’associazione cacciatori Matteo Rensi - ma c’è da dire che è prevista dalla legge di disciplina della caccia autunnale. Per cervo e capriolo, infatti, è previsto dalla norma che si parta la prima domenica di settembre e quest’anno fatalmente coincide con il primo del mese. Non è una presa di posizione o una volontà politica, semplicemente quello che prescrive la legge».

Fuori dalle aule di tribunale, ci sono oltre 7.000 cacciatori trentini pronti a tirare fuori i fucili: 6.400 sono i membri dell’associazione cacciatori, la più numerosa sul territorio, ai quali si aggiungono le doppiette iscritte all’Unione Cacciatori e chi non è iscritto a nessuna delle due. Negli ultimi tempi ci sono circa 150 nuovi cacciatori all’anno e una perdita di praticanti per questioni anagrafiche che si attesta fra l’1 e il 2 per cento.
La buona notizia che hanno portato i censimenti primaverili degli ungulati, tenuti sempre dai cacciatori, è che cervi, caprioli e camosci sono usciti indenni dalla tempesta Vaia: «I numeri sono in linea con quelli dell’anno prima - spiega Rensi – anzi c’è da ricordare che il numero degli ungulati mostra un trend positivo costante da trent’anni perché i piani di prelievo sono sempre conservativi, ovvero a tutela della specie con una percentuale di prelievo massima del 15% sui camosci censiti, circa il 22% sul capriolo e dal 30 al 35% sul cervo».

Oggi la popolazione stimata dai censimenti primaverili in Trentino è di circa 35mila caprioli, 27.500 camosci e poco più di 10mila cervi. Se nei primi mesi del dopo Vaia si pensava ad una leggera flessione di presenza del selvatico, questa è stata smentita dai censimenti e anche dalle perlustrazioni effettuate nei luoghi maggiormente colpiti: «Non c’è stato ad oggi né da parte del personale dell’associazione cacciatori né della struttura provinciale competente in materia di fauna alcun ritrovamento di animali morti in seguito a Vaia - conferma Rensi -, quindi dobbiamo dedurre che gli animali si sono spostati in tempo e poi sono tornati nelle aree».

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