I palombari della Marina e i Genieri di Trento rimuovono 4500 bombe dal lago di Varna

Alla fine della Prima Guerra mondiale, gli austro-ungarici in ritirata si disfarono di tonnellate di esplosivi gettandoli nel lago di Varna, vicino a Bressanone. I palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando subacquei e incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso il Nucleo di Sminamento difesa antimezzi insidiosi (Sdai) di Ancona, hanno rimosso in questi giorni oltre 4.500 residuati bellici esplosivi nelle acque del lago in 12 giorni, dal 18 al 30 agosto.

I palombari del Comsubin, gli unici in grado di eseguire operazioni così delicate, sono intervenuti su richiesta della Prefettura di Bolzano, effettuando così la settima campagna di bonifica nelle acque del lago che ha permesso di recuperare 4.557 bombe da fucile di nazionalità austriaca e risalenti alla prima guerra mondiale che sono state consegnate agli artificieri del 2° Reggimento Guastatori di Trento della brigata alpina Julia dell’Esercito per essere distrutte.

«È doveroso ricordare - ha detto il comandante del Nucleo Sdai di Ancona, capitano di corvetta Marco Cassetta - che chiunque dovesse imbattersi in oggetti simili a un ordigno esplosivo o parti di esso, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, ma ne va denunciato immediatamente il ritrovamento alla Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin».

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