A Sant'Anna di Sopramonte spuntano quattro tombe medievali "Scaveremo per altri due anni"

di Daniele Benfanti

Stupore, curiosità, meraviglia: nel sito di Sant’Anna di Sopramonte, 840 metri di altitudine, 2 chilometri sopra Sopramonte, gli archeologi nei giorni scorsi hanno portato alla luce quattro tombe medievali (tre in terra e una in muratura) e ne hanno scoperte almeno altre 6-7 più «disturbate», come si dice in gergo, ovvero con scheletri che risultano meno strutturati e più sparpagliati.

Gli accertamenti scientifici potranno confermare che si tratta di scheletri del XIII, XIV o XV secolo. Chi erano le persone sepolte? Uomini o donne? Di sicuro c’è un bambino di circa 11 anni. Monaci o laici? Lo diranno le analisi degli antropologi del Dipartimento dell’Università di Padova, che ha condotto gli scavi con la società Arc-Team di Cles e alcuni studenti dell’Università degli Appalachi (North Carolina, Usa) in summer school. Ma non basta: nello scavo di circa cinque metri quadrati, a profondità tra i 60-70 centimetri, che segue quello dell’anno scorso, a pochi metri dalla chiesetta e dalla casa del preposto, sono stati trovati anche frammenti di vetro lavorato, monete, forse tirolesi, databili al XVI secolo, chiodi, pezzi ceramici. E alcuni fili d’oro, provenienti probabilmente da una veste in uso a una probabile autorità religiosa o monastica.

Il suo scheletro è stato trovato a più di un metro e venti di profondità e ha una caratteristica, che spiega Nicola Carrara, del Museo di antropologia del Dipartimento di Biologia dell’ateneo patavino: «Piccole creste sulle rotule. Segno che probabilmente si inginocchiava spesso, facile immaginare per pregare».

L’archeologia affascina sempre, soprattutto se le scoperte scientifiche riguardano il proprio territorio, la propria comunità: quello di ieri è stato un pomeriggio all’insegna del fascino del passato e delle delicate tecniche di scavo archeologico per una trentina di residenti di Sopramonte che hanno voluto vedere da vicino i risultati del lavoro dell’équipe archeo-antropologica, a disposizione, con Luca Bezzi e Cristian Fogarolli, per rispondere a domande e curiosità. «Che qui ci fosse un cimitero – spiega Nicoletta Pisu, archeologa della Soprintendenza – era noto. Con le prospezioni geofisiche al georadar del 2016 e i saggi di scavo del 2017, si è dato poi vita allo scavo della struttura monastica nel 2018 e allo scavo del cimitero, con particolare attenzione alla parte antropologica, quest’anno». Gli scavi proseguiranno almeno per altri due anni.

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