Cattura di M49 e gestione dell'orso Gli animalisti in piazza contro la Provincia

I difensori del ritorno dei predatori in Trentino si sono nuovamente mobilitatati, oggi, con una manifestazione che si è aperta verso le 12 in piazza Fiera.

Ieri a sfilare in città sono stati gli allevatori e i contadini, in un'iniziativa particolarmente partecipata (circa 1.500 persone) nella quale sventolavano molte bandiere della Coldiretti, per chiedere misure contro le predazioni e quindi una politica più restrittiva in fatto di gestione degli orsi.

Ma gli animalisti scendono in piazza proprio contro la disposta cattura di un plantigrado particolarmente attivo nell'attaccare bestiame di allevamento: dicono no alla rimozione di M49, giovane esemplare maschio, che secondo l'ordinanza del presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, va rinchiuso nel recinto del Casteller, a Trento Sud. Per ora tuttavia, l'orso ha sempre evitato con accortezza le tre trappole a tubo con le quali i forestali cercano di catturarlo, nella zona delle Giudicarie e della val Rendena.

La manifestazione, anche oggi non molto partecipata (una trentina le persone presenti), è una nuova testimonianza del fronte critico nei riguardi delle politiche provinciali tese a limitare il numero di orsi presenti in Trentino e a intervenire con la cattura nel caso di esemplari considerati problematici (o persino "pericoloso"). Altro tema di scontro è la presenza dei lupi, nel Trentino meridionale, dove si registrano razzie di pecore e altri animali al pascolo. Gli ecologisti chiedono fra l'altro che si informi di più la popolazione in generale e che si adottino amggiori misure di protezione degli animali di alelvamento e di dissuasione "dolce" nei riguardi degli orsi che si avvicinano troppo.

A questo proposito, l'Enpa (Ente nazionale protezione animali) replica alle prese di posizione e alle manifestazioni di piazza della Coldiretti: «Basta campagne d’odio contro i grandi predatori del Trentino, basta terrorismo psicologico. Invece di fomentare paure senza fondamento, motivate solo dall’esigenza di agevolare i rimborsi e di spianare la strada alle fucilate, Coldiretti spinga i suoi associati ad adottare quelle buone pratiche che nei fatti hanno dimostrato di prevenire le predazioni. Metodi che vanno dal ricovero notturno ai cani da guardiania, alle recinzioni mobili. Ma gli allevatori devono anche e soprattutto essere fisicamente vicini ai loro animali; i quali non devono essere in alcun modo abbandonati a loro stessi», si legg ein una nota.

L'Enpa prosegue: «Coldiretti descrive uno scenario postbellico con un territorio occupato manu militari da qualche decina di lupi e di orsi. I quali, addirittura, impedirebbero alle famiglie di uscire di casa. Immaginiamo – prosegue Enpa - decine di migliaia di persone, in questi caldi giorni d’estate, barricate nelle loro abitazioni, porte e finestre sprangate, per paura di essere di imbattersi in un lupacchiotto o in uno dei figli di Daniza.

Naturalmente, l’associazione degli agricoltori si guarda bene dal ricordare che l’ultima aggressione di un lupo ad un uomo risale agli anni di Napoleone Bonaparte».

Lupi, orsi e altri selvatici sono un patrimonio collettivo che, se utilizzato a fini del turismo, anche naturalistico, può produrre una grande ricchezza. «Tra l’altro – conclude Enpa – i lupi possono essere grandi alleati degli agricoltori perché, con la loro presenza, tengono sotto controllo le popolazioni dei cinghiali. Insomma, Coldiretti ha ben poco su cui recriminare».

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