Allevatori in piazza contro l'orso E domani animalisti con Rizzi

AGGIORNAMENTO: Il video dell'intervento del governatore Fugatti: «Così non si può andare avanti»

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AGGIORNAMENTO: sono circa 1.500, con 150 trattori, gli allevatori presenti alla manifestazione.  

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Sono stati esposti striscioni e cartelli con le scritte #Stoconcappuccettorosso, “i nostri animali non sono meno importanti di quelli selvatici”, “senza l’uomo la montagna muore”, “agricoltura uguale presidio del territorio” e foto di mucche che dicono “il Trentino e anche nostro”.

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Alcuni mostrano sullo smartphone le immagini dei loro animali sbranati. Se non si risolve il problema - affermano gli agricoltori - si rischia l’abbandono di interi territori con la fine di un’economia di montagna che da sempre tutela l’ambiente dal dissesto idrogeologico e promuove le produzioni agricole Made in Italy più sostenibili.

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 «Sempre di più e sempre più vicini. L’orso M49 e i lupi, spesso ibridi, stringono d’assedio abitazioni, famiglie, campi e allevamenti facendo strage di greggi e mandrie, devastando le stalle e gli alveari e minacciando la sicurezza delle persone». A lanciare l’allarme è Coldiretti, che parla di «Una situazione fuori controllo, per la quale le misure ordinarie non bastano più e la resistenza di chi lavora e vive sul territorio è ormai al limite: le persone sono esasperate».

Per questo oggi, a partire dalle 10, è stata organizzata a Trento in piazza Dante una manifestazione.

La protesta degli allevatori contro l'orso

Secondo le previsioni degli organizzatori, oltre un migliaio di agricoltori e allevatori della Coldiretti sono scesi in città per la prima volta da malghe e pascoli, lasciando le loro mucche e pecore, per chiedere azioni concrete. In piazza sono comparsi anche il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, e quello del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder.

 

Simbolo della manifestazione in piazza la capretta “Cappuccetto rosso” scampata all’assalto dei lupi, e per questo è stato lanciato l’hashtag #stoconcappuccettorosso.

«Non si può far finta di niente, come dimostrano le drammatiche storie di paura e danni degli agricoltori che per la prima volta potranno essere ascoltate dal vivo in piazza. Se non si risolve il problema si rischia l’abbandono di interi territori con la fine di un’economia di montagna che da sempre tutela l’ambiente e promuove le produzioni agricole Made in Italy più sostenibili».
Nell’occasione, dicono gli organizzatori, verranno diffusi i dati sui danni della fauna selvatica.

Domani, sabato, in piazza ci saranno invece gli animalisti guidati da Enrico Rizzi.

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