Controlli anti-legionella da parte dei Nas Finiscono nei guai due albergatori uno dell'Alto Garda e l'altro altoatesino

È sempre alta la guardia sul fronte della legionella.


I temibili batteri gram-negativi che proliferano in ambienti acquatici (come impianti di aria condizionata e tubazioni dell’acqua), possono provocare gravi problemi respiratori. Problemi che, in pazienti già debilitati, portano anche alla morte. La prevenzione è la prima risposta al bacillo.

Ecco perché i carabinieri del Nas in queste settimane hanno condotto (e continueranno a farlo) una serie di accertamenti presso strutture alberghiere.

L’obiettivo è verificare che abbiano adottato il Piano di prevenzione dei rischi e, in particolare, le indicazioni per prevenire casi di legionellosi.

Il problema è ben noto agli albergatori che su questo fronte hanno ricevuto una formazione specifica. Sono solo due i titolari di strutture ricettive “pizzicati” senza il Piano di valutazione dei rischi, una violazione di rilievo penale. I due albergatori (uno della zona dell’Alto Garda e l’altro altoatesino) sono stati segnalati alla procura di Rovereto e di Bolzano.

Con la legionella non si scherza. È importante che gli impianti sanitari vengano sanificati con regolarità secondo le indicazioni del Piano di valutazione dei rischi.
Lo sanno bene alcuni albergatori di Andalo finiti sotto inchiesta per omicidio colposo dopo la morte di tre anziani turisti. Sono otto le persone iscritte nel registro degli indagati: si tratta dei titolari delle tre strutture ricettive in cui alloggiavano le persone decedute. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo, aggravato dalla violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro.

L’ipotesi di reato - in questa fase tutta da dimostrare - è che i responsabili non abbiano predisposto il piano di valutazione del rischio legionellosi, omettendo dunque di provvedere ad una adeguata ispezione e manutenzione degli impianti termo sanitari e di distribuzione dell’acqua.

Ma l’indagine è più ampia visto che in totale sono 19 i casi di malattia registrati tra i turisti che alloggiavano sull’altipiano (tra cui i tre con esito mortale).

La legionella è un nemico infido al punto che il contagio può avvenire anche in ospedale. È il caso della morte di Pietro Ianeselli, 78enne imprenditore di Bosentino. Il paziente sarebbe venuto in contatto con il batterio durante il ricovero al Santa Chiara. Le indagini del Nas e le analisi disposte dalla procura confermano l’infezione ospedaliera. Ma la presenza di ceppi di legionella è stata rilevata anche a casa di Ianeselli.
Le indagini su questo fronte sono ancora in corso anche con il contributo di un team di esperti dell’Istituto superiore di sanità.

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