Da luglio guardie armate in città

di Nicola Marchesoni

Una Trento più sicura. Più controllata. Specialmente nelle aree “problematiche” della città. In particolare quelle limitrofe a piazza Santa Maria Maggiore e al liceo musicale. Zone che da qualche giorno sono tornate ad essere teatro di risse e degrado. Per la rabbia dei residenti e dei cittadini che si sentono privati della libertà di poter frequentare quei posti senza correre rischi.

«Da tre settimane - conferma il comandante della Polizia locale di Trento Lino Giacomoni - è operativo il nucleo studiato per presidiare il territorio e per contrastare il degrado. È composto da 12 nuovi vigili, ai quali tra poco se ne aggiungeranno altri due».
Non finisce qui. «Dal primo luglio per otto ore al giorno (4 il pomeriggio e altrettante fino alle 23 di sera) entreranno in funzione le guardie armate, che il Comune ha deciso di chiamare «custodi di quartiere». Il progetto, della durata di un anno, ha ricevuto un finanziamento dalla Provincia di 50mila euro.

Sono due le zone interessate al presidio. La prima è quella che ruota attorno a Santa Maria Maggiore e comprende via Torre Vanga, via Pozzo, via delle Orfane, piazza Santa Maria, via Santa Margherita, via Tommaso Gar e piazza Da Vinci; la seconda va da Largo Carducci a via Santa Maria Maddalena, vicolo Santa Maria Maddalena, via Dietro le Mura, via dei Ventuno, via Marchetti, il parco di San Marco, vicolo e via San Marco, vicolo e piazza della piazza della Mostra, passaggio Osele, via Suffragio e via San Pietro.

Essendo guardie private, i vigilantes non avranno poteri di polizia: il loro compito sarà quello di controllare, eventualmente segnalare alla polizia locale episodi o situazioni di degrado, ma anche relazionarsi con i residenti e gli operatori economici. Il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti crede che con le guardie armate sul territorio le cose miglioreranno: «Abbiamo già fatto la nostra parte per aumentare il livello di sicurezza in città. Se servirà altro noi ci siamo».
Un concetto questo ribadito dall’assessore provinciale Mirko Bisesti: «Rispetto a qualche mese fa i giardini di piazza Dante sono più vivibili. È un percorso lungo, appena iniziato. Le politiche del centrosinistra non hanno dato buoni risultati, bisognava cambiare pagina».

Ugo Rossi, consigliere provinciale del Patt, teme invece che la scelta della Provincia di concentrare su Trento tutti i profughi, bocciando l’esperimento dell’accoglienza diffusa, possa provocare solo problemi.
E torna su un suo vecchio cavallo di battaglia,  la necessità di avere un presidio fisso davanti nell’area che si trova davanti ai giardini di piazza Dante.

Andrea Merler consigliere comunale di Civica Trentina è soddisfatto a metà: «Bisognava dare maggiori risposte per la fascia notturna con i vigilantes armati, altra occasione persa».

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