Il Da Vinci non sarà più lo stesso Dieci storici prof in pensione

di Matteo Lunelli

Chi andrà in Australia per un lungo viaggio, chi si dedicherà ai nipoti, chi si prenderà un po’ di tempo per fare tutto quello che non è riuscito a fare in questi anni, chi farà la Maratona. Quello che è certo è che nessuno di loro il 15 settembre prossimo metterà la sveglia alle 7, si recherà in via Madruzzo e varcherà i cancelli del Da Vinci. Sabato, infatti, è stato l’ultimo giorno di scuola e di lavoro per dieci storici insegnanti del liceo scientifico: dieci autentici pilastri, dieci “pezzi di storia” della scuola cittadina, vanno in pensione.

Come se recitassimo una formazione di calcio (meno uno), loro sono Lorenza Seiser, Maria Cristina Vidi, Luisa Revolti, Lorena Nicolini, Giorgio Oss, Enzo Bianchi, Paolo Voltolini, Giovanni Daldoss, Antonio Tassinari e Arturo Mazzurana. Centinaia di studenti li hanno conosciuti, migliaia di genitori sono andati a udienza da loro, decine di colleghi hanno condiviso con loro l’aula insegnanti. E venerdì dopo la campanella i 138 prof del Da Vinci si sono trovati per un grande pranzo, di festa e di saluto. A organizzare i dieci “pensionandi”, con i prof Daldoss e Bianchi in testa, e a brindare insieme tutti gli altri.

Poi i regali, ai quali hanno partecipato tutti, dal personale alla segreteria, dai colleghi agli ex colleghi: abbonamenti al cinema e buoni spesa in negozi sportivi, cene e gioielli, ma anche la bella idea di versare la quota regalo in beneficenza. Prima della torta c’è stata anche una simpatica caccia al tesoro in biblioteca, con i dieci prof divisi in gruppi a caccia di indizi. E durante la festa qualche occhio lucido lo si è visto, pensando ai tanti anni trascorsi dentro la scuola.

Ognuno dei prof, naturalmente, ha vissuto il traguardo in maniera diversa: chi con più felicità e chi con un filo di malinconia, ma tutti ieri non possono non aver percepito lo straordinario affetto dei colleghi e degli studenti. Oltre a quello degli ex studenti, che magari scopriranno proprio leggendo queste righe che «ma dai, era il mio prof: era un mito!».

«Sono arrivata qui nel 1986 - esordisce Luisa Revolti, prof di scienze motorie - e ho visto passare centinaia di studenti: ho tanti ricordi stupendi, mi sono divertita in questi anni, è un lavoro che ho sempre amato. Cosa farò? Beh, prima di tutto la Maratona di Atene: camminando, ma voglio farla. E poi farò sport e volontariato, mi terrò attiva».

Restando nella categoria dei prof di ginnastica, ecco Arturo Mazzurana, conosciutissimo nel mondo dello sport trentino: «Sono stato qui 32 anni, ho visto passare 8 presidi e la scuola è cambiata moltissimo. Vorrei restare nel mondo dello sport e poi avrò più tempo per i miei figli grandi: uno è archeologo, mentre Elisa insegna, è in graduatoria e potrebbe entrare di ruolo qui al Da Vinci, sarebbe un curioso scherzo del destino».

«Io ho due nipoti - sorride Antonio Tassinari, prof di “mate” - e mi dedicherò a fare il nonno. Quest’estate campeggio in Croazia, come sempre, ma senza dover rientrare per l’inizio dell’anno scolastico. Però conservo ricordi fantastici di questi anni, anzi decenni visto che sono qui dal 1982, sia dei colleghi sia degli studenti».

«Sono stati anni belli - aggiunge Giorgio Oss, insegnante di disegno e storia dell’arte - e intensi. In 30 anni ho visto dalla preside Dominici alle nuove generazioni, che sono più vivaci e con le quali si entra più in confidenza rispetto al passato, quando c’era più distacco. Ora mi ritaglierò un po’ di tempo per viaggiare».

A proposito di viaggi: «Ora farò un bel giro in Australia, altro che andare a guardare i cantieri da pensionato - scherza Giovanni Daldoss, prof di lettere da sempre amatissimo dagli studenti -. Sono qui dal 1989 e devo dire che mi dispiace andare in pensione, soprattutto per i ragazzi: oggi mi hanno regalato una bottiglia con le loro firme, uno splendido pensiero. Ma ricordo tutti, alunni e colleghi, sono stati anni molto belli. Dopo il viaggio porterà avanti l’attività con i cori o magari con l’università della terza età. Quello che di sicuro non farò sono le lezioni private».

«Purtroppo è finita - ci confida Enzo Bianchi, di scienze - e devo ammettere che non sono pronto ad andare in pensione: questa è la mia vita, l’insegnamento è la mia vita, e dopo 32 anni di Da Vinci non è facile, anche perché con gli altri nove prof la storia della scuola la portiamo sulle nostre spalle».

A chi scappa una bellissima lacrima parlando dei suoi ragazzi è Lorenza Seiser, prof di inglese: «So che mi commuoverò mentre lo dico, ma mi mancheranno i rapporti con gli studenti, perché nelle aule c’era la mia vita. Ho trascorso qui 30 anni bellissimi, ma ora farò la nonna e spero di riuscire a viaggiare, tanto con l’inglese non dovrei avere problemi...».

Da 30 anni al liceo, sempre insegnando inglese, anche Maria Cristina Vidi: «C’è un tempo per tutto, ed evidentemente adesso è tempo di lasciare l’insegnamento. Mi dedicherò alla mia mamma, alla mia famiglia e anche a me stessa: sono stati anni faticosi ma bellissimi, con tante relazioni umane che ricorderò per sempre, sia con gli studenti sia con i colleghi sia con i dirigenti. E un in bocca al lupo a chi arriverà, perché credo molto nella scuola».

«Io sono contenta - sorride Lorena Nicolini, prof di scienze motorie - e so come riempire la mia vita: dal ‘91 insegno al Da Vinci e i ricordi sono tanti e molto belli, li porterò nel cuore».

Last but not least, visto che si tratta del prof di inglese, Paolo Voltolini: «Dal 1997 sono stati più di vent’anni intensi, vissuti pienamente e con una bella parentesi di 5 anni in Canada, dove sono andato a insegnare italiano all’Università . Adesso vivo questo momento con sentimenti contrastanti, ma non manca un pizzico di malinconia. Inizio una nuova fase e spero possa essere bella e intensa come quella in cattedra».

 

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