La vedova dell'ignegner Vigliani fa una donazione all'Università per conservare le idee del marito

Una donazione per tenere vivo lo spirito e le idee del marito scomparso.

L'ingegner Piergiorgio Vigliani è scomparso nel luglio 2017, ma la moglie Ornella Dogliotti (nella foto di Coser con Collini) ha voluto far si che il nome dell'uomo rimanesse per sempre nella memoria dell'Università di Trento. Motivo per il quale ha deciso di donare la somma di 75mila euro, finanziamento che andrà a sostenere il programma pluriennale di formazione ingegneristica Seed (Summer course in Environmental Engineering for Development), rivolto alla sostenibilità.

Il progetto, organizzato attraverso la Cattedra Unesco di Ingegneria per lo sviluppo umano sostenibile, potrà dunque mantenersi attivo per ulteriori cinque anni indirizzandosi ai giovani, ai problemi ambientali e a soluzioni concrete tanto in ambito locale quanto internazionale. «In un periodo storico in cui pensare agli altri sta diventando secondario, un'azione come questa ci ricorda che farlo è anche un modo per realizzare sé stessi - ha spiegato il rettore dell'Università di Trento, Paolo Collini, poco prima della firma dell'atto ieri mattina a Palazzo Sardagna, sede appunto del Rettorato trentino. - Questi momenti ci riempiono di orgoglio verso ciò che facciamo. Cerchiamo di dare un futuro ai giovani, e quando ci sono persone che condividono questa visione del futuro con noi il nostro operato viene coronato al meglio. In più, il tema della sostenibilità ambientale è fortemente attuale ed il contributo della famiglia Vigliani interessa un settore altrettanto importante, quello proprio dell'ingegneria relativa all'ambiente. Le numerose donazioni che riceviamo ogni anno sono sinonimo di una forte partecipazione della cittadinanza al nostro lavoro». 

Commosso il ringraziamento della vedova Ornella, accompagnata ieri dalle figlie Speranza e Carlotta e dai rispettivi figli, Sofia e Orlando. Una famiglia molto unita nel ricordo di un uomo, Piergiorgio Vigliani, pioniere in molti dei settori in cui si è trovato ad operare in passato. Fin dagli anni ?60 l'ingegnere milanese si è distinto per innovazioni nel campo della difesa dell'ambiente e contro l'inquinamento proseguendo, dopo la laurea al Politecnico di Milano, con esperienze lavorative d'eccellenza come quella alla Nasa. Dopo la direzione della costruzione di una diga turca, al rientro in Italia nel 1971 fondò la TEI (Tecniche eliminazione inquinamenti), prima società del nostro Paese specializzata nel settore ambientale. Il legame con Trento nasce però dalla figlia Speranza, direttrice dell'ong "Fratelli dell'Uomo" con la quale l'Università trentina collabora. 

«Ecco perché abbiamo deciso di indirizzarci verso il Trentino - ha aggiunto la stessa Speranza Vigliani -. Papà è stato un vero ingegnere, amante del proprio lavoro. Fu uno dei primi a specializzarsi nel campo dell'aeronautica, passando poi a divenire pioniere dell'ingegneria ambientale. La sua grandezza stava anche in questo, nella capacità di spostarsi tra tematiche molto diverse tra loro». Dopo un 2018 in cui le donazioni all'Ateneo si sono concentrate sulla ricerca nel campo della bio-medicina, quanto fatto dalla famiglia Vigliani apre nuove strade di studio, di lavoro e soprattutto di passione.

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