Il giornalista picchiato dalla polizia Dalzocchio (Lega): «Se l'è cercata» Sindaco e Ordine: parole di odio

Il sindacato e l’ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige «condannano duramente le affermazioni della consigliera provinciale di Trento Marta Dalzocchio sul giornalista di Repubblica Stefano Origone il quale - secondo la medesima consigliera - sarebbe stato oggetto di percosse da parte della polizia - in quanto se la sarebbe cercata (anche se l’espressione usata è di certo meno civile)».

La consigliera infatti ha scritto in Fb: «Se stai a casa e non rompi i zebedei non ti succede niente. Vanno lì apposta e poi si lamentano se vengono caricati dalla polizia»

Così prosegue la nota di sindacato e Ordine dei giornalisti «Egli, per contro, è stato selvaggiamente manganellato due giorni fa a Genova per fare solo il proprio lavoro: documentare le manifestazioni di CasaPound e degli antagonisti. Tanto è vero che ha già ricevuto le scuse ufficiali del Questore di Genova e numerose altre solidarietà dalle massime autorità dello Stato».

«Con il suo linguaggio, che si commenta da solo, la consigliera Dalzocchio non fa altro che fomentare un clima di odio. Ricordiamo alla consigliera Dalzocchio che sindacato e Ordine dei giornalisti hanno siglato con la Provincia autonoma di Trento un protocollo contro la diffusione del linguaggio di odio nelle scuole trentine che lei continua ad alimentare», si legge nella nota.

«Stefano Origone e con lui tutti i giornalisti della regione ed italiani continueranno a seguire in tutti i luoghi manifestazioni e qualsiasi altro tipo di evento per correttamente informare i cittadini. Chiediamo al presidente del consiglio provinciale Walter Kasswalder e al presidente della giunta Maurizio Fugatti di censurare le affermazioni della consigliera Dalzocchio che rappresenta non solo una parte politica, ma tutto il popolo Trentino», concludono sindacato e ordine.

In precedenza avevano reagito al post della consigliera leghista vari esponenti del Pd, fra i quali l’ex senatore Giorgio Tonini, oggi fra gli eletti in piazza Dante: «Cara collega in un paese democratico non si dice a un giornalista che sta facendo il suo lavoro che è andato in cerca di guai. Siamo impazziti?», ha scritto.

Questa la replica della Dalzocchio, diffusa poco fa: «Sono veramente rammaricata nel constatare che, per l’ennesima volta, la stampa in Trentino abbia dimostrato una faziosità preoccupante, aggravata poi dal fatto che da parte del mio collega Giorgio Tonini non ci sia stata una posizione di condanna nei confronti di quanto avvenuto a Genova».

«Si è voluto dare a poche ore dal voto una visione distorta circa le mie dichiarazioni sui social, presentandomi agli occhi dell’opinione pubblica come una persona contraria alla libertà di stampa. Nessuno ha condannato invece i fatti compiuti dai soliti facinorosi di sinistra, nessuno si è preoccupato di pensare che, chi ha agito, ha usato la violenza e chi tace a riguardo si fa complice di questi atti. Ancora di più spiace constatare che il centrosinistra e la sinistra in Trentino non condannino fermamente coloro che hanno un comportamento bellicoso nei confronti delle forze dell’ordine le quali tutelano anche principi come quello della democrazia, concetto che il collega Tonini dovrebbe conoscere dato che il suo partito contiene nel nome la parola democratico», conclude Dalzocchio.

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