L'esperto: «L'orso rischia molto più dell'uomo»

di Franco Gottardi

È stata riaperta nella tarda serata di domenica la strada provinciale della Valle dei Laghi, chiusa nel tratto tra Vezzano e Padergnone per un’emergenza orsi. Un cucciolo era stato urtato da un’auto mentre tentava di attraversare verso le 19 e i vigili del fuoco avevano per sicurezza bloccato il transito perché l’animale si era rintanato nella boscaglia lì vicino e si temeva che, spaventato, potesse ritornare sui suoi passi creando situazioni di pericolo per se e per gli automobilisti.

Verso le 23, individuata la madre nei presso, i vigili hanno riscontrato l’allontanamento della famigliola e hanno riaperto al traffico.
Quello di Vezzano è stato l’ennesimo avvistamento di cucciolate in questi zoni in zone antropizzate. Continuano a tener banco anche le foto e i filmati dei quattro orsetti che girano indisturbati nella zona di Dorsino, attraversando strade, scavalcando muri con insospettabile agilità e passeggiando nei giardini di abitazioni private in paese. Una confidenza con l’uomo che fa discutere ma che non stupisce Luigi Boitani, docente di biologia e conservazione della fauna selvatica all’Università La Sapienza di Roma.

Professor Boitani, tutta questa confidenza degli orsi con l’uomo deve destare preoccupazione?

Sì, ma a essere preoccupati devono sicuramente essere gli orsi più che gli uomini.

In che senso?

Perché qualcuno gli farà male. Qualche deficiente c’è sempre, più tra gli umani che tra gli orsi anche se anche tra loro c’è qualche deficiente. Finché sono piccoli non fanno nessun danno ma non si può escludere che crescendo questa confidenza possa portare problemi. Perché poi ci sono sempre quelli che rompono le regole, che vogliono fare la foto da vicino e poi succedono i guai. Un po’ come quelli che davano da mangiare ai lupi i resti del loro barbecue.

Come bisogna comportarsi allora. Solo lasciarli in pace?

Lasciarli in pace e se poi danno segni di grande confidenza si deve intervenire, ma basta fare come hanno fatto all’estero o al parco d’Abruzzo. Bisogna impedire all’orso di venire troppo vicino ma questo va fatto in maniera regolare e con coerenza di comportamento, come sicuramente gli uffici provinciali sanno bene.

È normale che siano quattro cuccioli, tra l’altro pare che siano accompagnati dalla madre che però non è mai apparsa.

Beh, quattro è un numero importante e non è proprio normalissimo, di solito anche il parto di tre cuccioli è un evento raro. E se si tratta di cuccioli con meno di due anni penso proprio che la madre ci sia, perché di solito diventano indipendenti più avanti.

C’è una correlazione tra il comportamento confidente e il fatto che sono appena usciti dal letargo? Cercano forse cibo in zone più antropizzate?

I cuccioli in questo periodo cercano magari l’erba più buona dove c’è. E può effettivamente darsi che in quota non trovino cibo adatto.

La popolazione ursina in Trentino è stimata attorno ai 60 esemplari. È un numero giusto?

Dipende cosa si considera giusto. Quello che sta bene all’uomo? Seè la quota che il progetto di rimpopolamento all’inizio considerava di saturazione del territorio vorrà dire che d’ora in avanti si espanderanno verso la Svizzera o la Lombardia. C’è un allargarsi che è normale ma il numero giusto è un problema politico, non biologico. Dipende da quanti ne vuole il Trentino. Questo vale per l’orso come per il lupo o qualsiasi altro animale. Se si vuole lasciar fare la natura cresceranno, qualcuno morirà. E in questo processo ci potranno anche essere incontri-scontri con l’uomo che non piaceranno a tutti.

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