La lettera aperta di don Gianni «Son buonista e me ne vanto»

«Son buonista e me ne vanto, son buonista e son contento!» è il titolo della lettera aperta che il parroco di Ravina e Romagnano, don Gianni Damolin, ha pubblicato sul bollettino Insieme e sul sito della Parrocchia.

Originario di Moena, missinario in Ciad, da quasi 10 anni don Gianni cerca di risvegliare gli animi dei suoi parrocchiani entrando anche in un terreno scivoloso come quello delle elezioni. «Mi pare di averlo già scritto che sono tempi duri per i buonisti: adesso poi se la prende con loro anche la propaganda elettorale.

Ebbene, io mi onoro di essere fra i buonisti. Lo so che qualcuno ci ritiene responsabili del dilagare della droga, dell’impunità dei ladri e dei delinquenti, del degrado morale della nostra società e soprattutto, sottolineo soprattutto, dell’invasione degli stranieri», scrive. E aggiunge: «Poco ci manca che non veniamo indagati per connivenza con gli scafisti ed altro ancora. Beh, mi consola il fatto che siamo in buona compagnia, se è vero che il primo dei buonisti di oggigiorno è papa Francesco. Il quale non è più molto di moda come anni fa: certi conduttori di salotti televisivi lo deridono facendosi beffe di lui e, purtroppo, anche qualche cattolico tira su il naso.
Ma poco importa».

E poi si firma don Gianni Buonista.

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