La canzone antirazzista "L'altalena" in un "live" davanti a Mattarella

di Matteo Lunelli

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrà commuoversi e riflettere ascoltando, rigorosamente dal vivo, la canzone “L’Altalena”. Il progetto dell’Istituto comprensivo Trento 6, infatti, è stato selezionato tra i finalisti nazionali del concorso di Save the Children: lunedì prossimo la dirigente Paola Pasqualin, il maestro e autore del testo e delle musiche Alessio Zeni e tre bambini, uno per ogni scuola, ovvero Bellesini, Vela e Schmid, saranno a Roma per partecipare al concorso “Tutto mondo”, che rientra nelle celebrazioni per i 100 anni della onlus umanitaria.

[[{"fid":"1776311","view_mode":"media_original","fields":{"format":"media_original","alignment":""},"link_text":"2018 12 21 22 20 47","type":"media","field_deltas":{"1":{"format":"media_original","alignment":""}},"attributes":{"class":"media-element file-media-original","data-delta":"1"}}]]

«Con il video e la canzone - spiega la professoressa Pasqualin - abbiamo partecipato al concorso e ci hanno comunicato che siamo stati selezionati tra i tre finalisti nazionali nella nostra categoria. Per noi aver raggiunto questo risultato è già un grande successo. Anzi, a dire il vero sarebbe un successo anche senza questa “finale”, ma fa piacere essere riconosciuti e valorizzati per quanto si fa. Lunedì 13 saremo a Roma con il maestro e tre bambini che canteranno la canzone. E sarà presente all’evento anche il presidente Mattarella, un onore in più».  
A giudicare le tre canzoni finaliste sarà il rapper Ghali. In finale con la scuola trentina ci saranno quelle di Praia a Mare, in Calabria, e di Bari.

La canzone “L’Altalena” venne presentata per la prima volta lo scorso dicembre, in occasione della festa di Natale della scuola della Vela. Il pezzo e il video rientravano all’interno di un progetto legato ai diritti dell’infanzia: un testo semplice ma intenso, un video curato e immediato, una musica orecchiabile.

Volendo una normale canzoncina di e per bambini, con un messaggio importante e con valori basilari, ma pur sempre una canzoncina. Però, apriti cielo! Un polverone mediatico e soprattutto politico investì “L’Altalena”. Per la scuola si trattava solo di un’iniziativa educativa, che racchiudeva frasi e insegnamenti che qualsiasi persona, di qualsiasi orientamento politico, non può non condividere.

Ma in molti notarono come alcuni passaggi della canzone, a partire dal titolo, potessero riferirsi alle opinioni rilasciate all’Adige, in un’intervista comparsa prima delle elezioni provinciali, alla candidata leghista Katia Rossato, poi eletta. Rossato spiegava che proprio alla Vela le altalene erano spesso occupate da bambini stranieri. Ed ecco che le frasi «Portami via da chi mi dice che questo gioco non è per me... Tienimi lontano da quel tempo in cui soltanto chi era alto e biondo poteva avere un posto in questo mondo... Io sto occupando un posto che deve essere di qualcun altro, sì deve essere di un bimbo bianco», pur restando dei messaggi universali potevano anche essere interpretati come una democratica risposta alle affermazioni della leghista.

Intervenne anche l’assessore Bisesti, che annunciò approfondimenti sulla vicenda in nome di non meglio definite strumentalizzazioni politiche dei bambini e definì l’episodio «estremamente grave». Proprio qualche giorno fa lo stesso assessore ha risposto a un’interrogazione presentata in consiglio da Degasperi del Movimento 5 Stelle il 27 dicembre scorso (proprio in piena “bufera da altalena”) nella quale si chiedevano spiegazioni «sui giudizi e l’intromissione nell’autonomia scolastica» da parte dell’assessore stesso. Ebbene, Bisesti ha risposto che «l’iniziativa non aveva alcuna criticità e che la Provincia non ha richiesto alcuna documentazione all’Istituto». Insomma, non era accaduto nulla.

Tornando al tema, ovvero al successo della canzone, va detto che in questi mesi, oltre a migliaia di click sul web e centinaia di messaggi di complimenti a scuola e autori, “L’Altalena” ha conseguito il primo posto anche ne concorso “Gianni Rodari”.

comments powered by Disqus