Sanità, i primari trentini sono sempre più rari

di Patrizia Todesco

C’erano una volta i vecchi e storici primari trentini. I vari Mario Cristofolini (dermatologia), Mauro De Concini (oculistica),  Dino Pedrotti (neonatologia), Giuseppe Zumiani (dermatologia), Luciano Bertoli o Ettore Demattè (ortopedia).

Parliamo al passato perché negli ultimi tempi i nuovi dirigenti nominati non sono quasi mai stati trentini. Se da un certo punto di vista questo può essere visto come un qualcosa di positivo perché la sanità trentina si apre a competenze che arrivano da fuori e quindi è pronta ad accogliere anche nuovi modi di lavorare, dall’altra viene da chiedersi come mai gli “allievi” dei primari andati in pensione siano riusciti raramente a raggiungere poi i posti di comando. E non si parla solo di trentini, ma anche dei professionisti che hanno lavorato anni e anni al fianco dei vecchi primari e che ai concorsi non sono però riusciti ad emergere. E inoltre come mai i trentini che si sono formati all’estero o in ospedali fuori provincia raramente rientrano? Si vede qualche nome di professionisti trentini solo tra i primari dei reparti degli ospedali di valle.

La conferma che i trentini o i professionisti cresciuti in ambiente trentino siano spariti dall’elenco dei vincitori dei  concorsi, soprattutto al S. Chiara, arriva dando un’occhiata alle ultime nomine.
Alla chirurgia pediatrica è stato nominato Enrico Ciardini, nato a Livorno e proveniente dall’Azienda ospedaliere universitaria Meyerdi Firenze.

A Trentino Emergenza 118, dopo il pensionamento di Alberto Zini, era arrivato il bergamasco Oliviero Francesco Valoti. Pochi giorni fa, al suo posto, è stato nominato Paolo Caputo, già capo del 118 di Venezia-Mestre che ha “battuto” due ottimi professionisti trentini, Giorgio Folgheraiter e Andrea Ventura.

Arriva da Milano, invece, il medico che ha raccolto l’eredità di Renzo De Stefani. Si tratta di Marco Maria Goglio, ora a capo del servizio di psichiatria per la Val d’Adige, valle dei Laghi, Vallagarina e altipiani Cimbri. Anche qui tra i primi tre c’era un trentino, Roberto Pergher, che però non ha ottenuto il punteggio sufficiente per ottenere la guida del servizio.

Siciliano d’origine, ma per 25 anni dipendente dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, Benedetto Petralia, il primario (nominato a Bolzano) del servizio di neurodiagnostica di Trento e Bolzano.

Originario di Sandrigo (Vi) e per anni direttore di struttura complessa a Padova, una delle prime nomine del direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon era stata quella di Bruno Giometto, direttore dell’unità operativa di neurologia, a nella primavera del 2016 aveva preso il posto di Daniele Orrico. Poco dopo di lui era arrivato dal Veneto anche Stefano Bonvini, direttore dell’unità operativa multizonale di chirurgia vascolare. Dal Veneto sono arrivati anche il braccio destro di Bordon, il direttore sanitario Claudio Dario e il primaro di pediatria di Rovereto, Ugo Predal.

L’ospedale di Rovereto fa eccezione con ben due primari di origine trentina nominati negli ultimi anni: si tratta del direttore di  radiologia di Rovereto e Arco Sabino Della Sala, allievo di Francesco Dalla Palma che si è poi formato per nove anni a Roma, e di Giovanni Pedrotti, primario di anestesia e rianimazione. Altri tre trentini sono stati nominati in periferia. Si tratta di Piergiorgio Casetti, chiamato a guidare l’anestesia e rianimazione di Tione; Claudia Vergot, direttrice di’anestesia e rianimazione aBorgo e Fabrizia Tenaglia, direttrice di ginecologia e ostetrica di Cavalese.

Tornando alle ultime nomine, è arrivato dopo aver lavorato in Friuli e Veneto il direttore dell’ospedale di Rovereto, Pier Paolo Benetollo che era in comando in Apss dal gennaio di quest’anno e dal Veneto è giunto anche Antonio Ferro, nuovo direttore del dipartimento di prevenzione.

Nominato a marzo come guida dell’unità operativa di riabilitazione ospedaliera Jacopo Bonavita, bolognese che è arrivato dall’istituto di Montecatone. Originario di Modena e con una carriera che spazia dal Regno Unito all’Umbria Roberto Luzietti dal dicembre 2016 è primario di ostetricia e ginecologia a Cles.  A marzo, poi, il direttore Bordon aveva deciso di affidare a Massimo Soffiati, veronese, già alla guida della neonatologia trentina, anche il reparto di pediatria che per anni era stato “retto” dalla dottoressa Annunziata Di Palma. E dal Friuli (ma le origini sono trentine) il direttore Bordon ha chiamato anche l’ingegnere che ha sostituito Giuseppe Comoretto. Si tratta di Debora Furlani, direttore del dipartimento infrastrutture.

Dal Veneto (da S. Vito di Cadore), infine, è giunto anche il dirigente dell’assessorato alla salute Giancarlo Ruscitti, recentemente nominato dalla giunta Fugatti.

Viene da aggiungere che tra i nuovi direttori le donne sono una rarità, più dei trentini «doc».

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