Medici, mancano gli specialisti Anestesisti, ginecologi, pediatri

Boccheggia il Pronto soccorso, con 8 medici che mancano all’ospedale S. Chiara di Trento e 4 a Rovereto, ma il settore della medicina d’urgenza non è l’unico a soffrire per la «fame» di medici, anche se certamente, in questi ultimi mesi, è la situazione che impensierisce maggiormente i vertici dell’Azienda sanitaria e per la quale si stanno studiando organizzazioni diverse.

Eppure, come ha sottolineando nell’intervista di ieri al nostro giornale il presidente dell’Ordine dei medici Marco Ioppi, la difficoltà di reclutamento riguarda anche altre specialità.
Per quanto riguarda l’Azienda sanitaria trentina, il settore materno infantile, con l’ostetricia e ginecologia, è l’altra area in forte difficoltà e ovviamente l’apertura del Punto nascita di Cavalese ha peggiorato la situazione. All’appello, nell’organico complessivo, mancano attualmente 8 ginecologi e 5 pediatri. Carenza alle quale l’Azienda supplisce con medici a gettone.

Sempre in affanno anche in anestesia e rianimazione. Qui mancano 4 professionisti ma va detto che la situazione è migliore di qualche anno fa quando il numero dei professionisti da inserire in organico era ancora maggiore. Altro settore che sembra soffrire della carenza di professionisti è la gastroenterologia. L’Azienda sta cercando da tempo due professionisti. Assenze che negli scorsi mesi hanno portato ad un allungamento dei tempi d’attesa delle visite e anche degli esami, soprattutto la colonscopia.
Infine attenzione puntata sugli anatomopatologi. Pur avendo ridotto il numero dei medici presenti in laboratorio, l’organico è sotto di due unità.
Attualmente, per quanto riguarda la medicina e chirurgia d’accettazione d’urgenza, è stato indetto l’ennesimo bando per posti a tempo indeterminato che scadrà il 6 maggio. Purtroppo i precedenti non fanno ben sperare e difficilmente i numeri potranno sostenere a lungo l’attuale organizzazione tant’è che sono già stati annunciati tagli dei posti letto dell’osservazione breve durante i mesi estivi.
«Il problema è anche l’alto turnover che abbiamo per questo tipo di profilo professionale in quanto si tratta di una specialità che c’è da pochi anni e ai concorsi partecipano anche tanti professionisti con specialità equipollenti che una volta che poi trovano posto in chirurgia, medicina o cardiologia, solo per fare degli esempi, cambiano e vanno via. Sono ancora pochi quelli che scelgono la medicina d’urgenza per vocazione», spiega Rosa Magnoni, direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria di Trento.

Scorrendo i bandi di concorso dell’Azienda sanitaria è evidente che si ripetono ciclicamente, perché, in Trentino come altrove, i concorsi sono come reti gettate in mezzo al mare dove i pescatori, in questo caso l’Azienda, spera di acciuffare qualche pesce. Ormai da tempo si punta soprattutto sui concorsi a tempo indeterminato perché quelli a tempo determinato sono più che mai snobbati.
Medici merce rara, come si dice da tempo, nonostante i ragazzi trentini che frequentano le facoltà di medicina siano raddoppiati negli ultimi dieci anni. Secondo l’ultima rilevazione della Provincia effettuata nel 2017 per la predisposizione del piano triennale per le borse di studio per gli specializzandi, si è passati da 300 studenti nel 2007 a 600 nel 2017. «Oggi - spiegano però in Provincia - il problema è fidelizzare i medici al territorio, fare in modo che, una volta terminati gli studi, tornino a lavorare in Trentino».

In questo senso va la recente delibera della giunta provinciale che prevede che i medici iscritti al corso di medicina generale della Provincia di Trento, che durante la formazione beneficiano della borsa di studio aggiuntiva prevista dalla legge provinciale, saranno obbligati, al conseguimento del diploma, a partecipare, per un periodo di tre anni, alle procedure per l’assegnazione di incarichi a tempo determinato e indeterminato nel servizio sanitario provinciale come medico di assistenza territoriale. Questa novità è stata introdotta nel regolamento provinciale, attuativo della legge provinciale n. 4 del 1991 che disciplina l’assegnazione della borsa di studio ai medici in formazione specifica in medicina generale, approvato oggi dalla Giunta.

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