L'inclusione sale in quota con le “Esperienze al rifugio”

di Fabia Sartori

La Sat ripropone anche quest’anno il progetto “Esperienze al rifugio”, che nel 2018 ha portato in alcune delle strutture in quota otto persone portatrici di disagio psichico o sociale, impegnandole in altrettanti stage formativi e lavorativi.

Dopo l’edizione “pilota”, l’iniziativa frutto della sinergia tra la Sat ed il Centro di salute mentale di Trento vede scendere in campo anche la Federazione della cooperazione trentina.
Per ogni stage della durata di quattro giorni, infatti, alla persona coinvolta verranno riconosciuti 200 euro lordi per il lavoro e l’attività svolti al rifugio. E nel 2019 sarà proprio la Fedcoop a provvedere al sostegno economico del progetto. Inoltre, tra le novità, va considerato che nella prossima stagione estiva il numero di rifugi Sat coinvolti salirà dai sette della fase sperimentale a tredici. «Tra gli obiettivi - afferma la presidente della Sat Anna Facchini - c’è anche quello di incrementare il numero di stage formativi e lavorativi attivati nell’ambito del progetto. Che dovrebbero arrivare a toccare quota 25».

Ecco, quindi, i tredici rifugi che si mettono a disposizione per ospitare una persona con disagio psichico o sociale in compagnia di un suo accompagnatore, per un totale di quattro giornate. Sono il rifugio Stavel di Vermiglio eil  rifugio Cevedale di Peio, il rifugio Val d’Amola di Giustino e il rifugio Mandron di Spiazzo Rendena, il rifugio Val di Fumo di Daone e il rifugio Peller di Cles, il rifugio Bocca di Trat di Riva del Garda e il rifugio Stivo di Arco, il rifugio Alpe Pozza di Trambileno ed il rifugio Altissimo di Brentonico, il rifugio Casarota sull’altopiano della Vigolana, l’Erterle di Roncegno ed il rifugio Monzoni di Pozza di Fassa.
«In sostanza - spiega Claudio Colpo del gruppo Montagna per tutti - le destinatarie dell’iniziativa sono le cooperative o le associazioni sociali che si occupano di soggetti disabili. Sta a loro prendere contatto con i gestori dei rifugi che danno la loro disponibilità ed accordarsi sul periodo dello stage e sugli orari».

Successivamente interviene la Sat per la stipula del contratto. E a fine stagione sarà la Federazione delle cooperative trentine a finanziare totalmente il progetto. «Il Trentino - dice il direttore della Cooperazione trentina Alessandro Ceschi - è un luogo di montagna. E la montagna, anche grazie a questo progetto, diventa un luogo di inclusione per tutti, a 360 gradi». Durante la conferenza stampa di presentazione, Colpo ha sottolineato che «le persone con disabilità affrontano tali percorsi con beneficio nel senso di riabilitazione terapeutica, socio-educativa e di avvicinamento al lavoro». «Ma il messaggio che il progetto lancia - conclude Ceschi - è anche di un Trentino aperto e impegnato a valorizzare le persone più fragili. Il che non può che fare bene anche al sistema turistico».

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