Pronto soccorso, il «conto» dei codici bianchi e rossi Nel 2018 incassi da ticket pari a 1,9 milioni di euro

Nel 2018 l’Azienda sanitaria ha fatturato 1.918.904 euro di ticket per prestazioni rese nei  Pronto soccorso di Trento, Rovereto, Arco, Cles, Tione e Cavalese. Si tratta di quasi 100 mila euro in più dell’anno precedente quando il fatturato era stato di poco inferiore a 1 milione e 800 mila euro.

Si tratta dei ticket richiesti per i codici bianchi e verdi a soggetti che non sono esenti in base alla normativa provinciale. Il codice Triage Bianco prevede per i cittadini non esenti il pagamento fisso di 25 euro per accesso non seguito da prestazioni  specialistiche. Se il paziente viene sottoposto a esami o visita specialista il conto sale a 75 euro. Il codice Triage Verde prevede un ticket massimo di  50 per accesso seguito da prestazioni specialistiche.

Se guardiamo i codici bianchi del 2017, si nota che i paganti sono comunque la minima parte viste le esenzioni per età, patologia e reddito. Su un totale di 42.231 codici bianchi, i paganti sono stati 7.561, 1.693 gli esenti per reddito, 9.665 gli esenti per patologia e 23.312 i non soggetti a ticket, numero nel quale sono compresi soprattutto i bambini.
Diversa la situazione per i codici verdi che sono stati 142.212. In questo caso i paganti, sempre nel 2017, erano risultati 30.826, 77.257 i non soggetti, 26.652 gli esenti per patologia e 7.479 gli esenti per reddito.
Da qualche anno ogni cittadino che accede al Pronto soccorso, che debba pagare o meno, si vede recapitare un conto ipotetico del costo delle prestazioni che ha ricevuto. Si tratta di un modo per far capire alle persone quanto le prestazioni e gli esami di cui hanno beneficiato pesino sul bilancio provinciale.

Doveroso poi fare una precisazione sui tempi d’attesa pubblicati nei giorni scorsi e che mettevano in evidenza come, nell’80% dei casi e più, gli utenti nel 2018 siano stati presi in carico dai medici del Pronto soccorso entro due ore.

Ovviamente questo tempo non indica che il paziente viene dimesso entro due ore, ma fa riferimento al tempo che intercorre dal momento dell’accettazione e quindi dell’assegnazione del codice da parte dell’infermiere del Triage fino a quando il soggetto viene visto per la prima volta da un medico del reparto. A quel punto il tempo che rimarrà in Pronto soccorso dipende da moltissimi fattori. Innanzitutto dagli esami e accertamenti a cui i sanitari ritengono di dover sottoporre il paziente.

Effettuare una radiografia, ad esempio, è una cosa che può richiedere poco tempo ma poi per la lettura occorre un medico radiologo. Stessa cosa per le analisi che vanno inviate al laboratorio interno all’ospedale e che spesso hanno bisogno di tempi tecnici per essere lette e refertate. «Una cosa sono i tempi di presa in carico - spiegano in Azienda sanitaria - e altra cosa sono i tempi di permanenza in pronto soccorso».

OGNI GIORNO OLTRE 600 PAZIENTI

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