Sat contro i passi dolomitici aperti

La presidente della Sat boccia la retromarcia della giunta provinciale di Trento che ha deciso per la prossima estate  di togliere tutti i divieti alla circolazione sui passi dolomitici. «Sospendere una cosa in fase sperimentale senza proporre un'alternativa lascia costernati» spiega Anna Facchini.  

Le sue dure accuse nei confronti dell'esecutivo presieduto da Maurizio Fugatti sono arrivate a margine del convegno organizzato da Sat e Italia Nostra in ricordo di Walter Micheli, noto esponente politico locale, scomparso nel 2008 e pioniere della normativa sul governo e la conservazione del territorio alpino. Nel corso del dibattito sono stati lancianti una serie di allarmi sulla situazione dell'ambiente provinciale. Eccone alcuni: mancanza di attenzione sullo stato del paesaggio, disordine urbanistico generalizzato negli insediamenti più recenti e scarsa tutela dei centri storici, assieme ad una progressiva mercificazione dei parchi del Trentino.  

Secondo gli interventi che si sono succeduti nell'ambito della giornata di studi, infatti, molte delle criticità rilevate dal socialista Micheli a partire dagli anni Ottanta, e inserite all'interno dei primi Piani urbanistici provinciali, sono ancora irrisolte, mentre le modifiche effettuate negli anni passati per favorire la ripresa delle categorie economiche maggiormente colpite dalla crisi hanno peggiorato la situazione generale.
I maggiori critici sul contesto attuale sono stati il presidente di Italia Nostra Beppo Toffolon, il funzionario della Soprintendenza per i beni culturali Salvatore Ferrari e l'ex presidente della Sat Claudio Bassetti, che hanno chiesto di rimettere il tema del governo del territorio al centro dell'agenda politica locale. Tuttavia, all'incontro, al quale hanno preso parte un centinaio di persone, non erano presenti esponenti politici attualmente in carica.
«Purtroppo - ha detto Salvatore Ferrari - molte delle iniziative di salvaguardia ambientale e paesaggistica introdotte da Micheli sono rimaste sula carta, mentre mancano misure di applicazione e di controllo, nonché sanzioni per i trasgressori. In Trentino negli anni passati si è pianificata la distruzione dei centri storici, non si ferma in alcun modo il consumo del suolo, mentre la mancanza di equilibrio nello sviluppo urbanistico è evidente a tutti. Con la normativa sulle ristrutturazione dei palazzi storici, si è arrivati anche a mettere rischio il nostro patrimonio architettonico». 

Anche Claudio Bassetti si è detto preoccupato in merito alla conservazione ambientale dell'ambiente alpino, rilevando un tendenza a ritenere parchi e riserve al servizio dell'economia. «I nostri parchi - ha spiegato - soffrono per la mancanza di fondi e per la progressiva riduzione del personale di custodia, mentre nel tempo si è fatta strada l'idea che le aree protette non siano un patrimonio da preservare, ma un'occasione di sviluppo turistico». In ambito urbanistico, invece, è intervenuto Beppo Toffolon (Italia Nostra), che ha proposto 4 interventi per iniziare a riordinare quanto costruito. «Sarebbe opportuno - ha precisato - cancellare le previsioni edificatorie mai realizzate, prevedere dei modelli di sviluppo per le aree urbanistiche disomogenee, abrogare la norma sulle demolizioni e la soprelevazione degli edifici storici. Bisognerebbe poi istituire un organo tecnico per la protezione del patrimonio storico».

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