Incubo nebbia in A22: un morto e 40 feriti, 80 mezzi coinvolti

Mattinata di nebbia fitta al nord e sulle autostrade scoppia il caos, con tamponamenti a raffica e circolazione bloccata sull’A1, tra Milano e Basso Lodigiano e sull’A22 tra Carpi e Verona. È qui, al confine tra Veneto e Lombardia, la situazione più critica con oltre 80 mezzi coinvolti in una ventina di diversi scontri, un morto e 37 persone portate in ospedale, sei in condizioni gravissime per lo schiacciamento di arti o di altre parti del corpo. Sono invece nove i feriti lievi per quanto successo a sud del capoluogo lombardo, dove il 118 ha subito disposto un servizio di emergenza per i soccorsi.

Entrambe le autostrade sono state a lungo chiuse, per consentire lo sgombero dei veicoli danneggiati e per evitare un’ulteriore congestione. Ripercussioni con code e forti rallentamenti ci sono state anche su altre autostrade, come l’A4 Milano-Venezia e sulla viabilità ordinaria, con automobilisti rimasti fermi per ore o obbligati a avanzare a passo d’uomo, in attesa di poter ripartire regolarmente.
Sull’Autobrennero da prima delle 9 sono stati chiusi in entrata tutti i caselli da Carpi a Verona, in entrambe le direzioni e l’autostrada è rimasta bloccata, quasi novanta chilometri di disagi. Tra Nogarole Rocca e l’allacciamento con l’A4 si sono verificati i due tamponamenti più importanti, attorno al chilometro 237 in direzione nord e al 232 verso sud.

Per raggiungere i feriti, i vigili del fuoco, i mezzi del 118 e della Polizia Stradale, intervenuti con decine di uomini, hanno dovuto farsi largo in una selva di auto e camion, alcuni accartocciati fra loro, altri finiti contro il guard rail o la recinzione della corsia di emergenza. La persona deceduta si chiamava Dino Ghezzi, di 69 anni, di Parma. Secondo quanto ricostruito era in macchina con un amico quando questa è rimasta coinvolta nel tamponamento. I due sarebbero scesi e a quel punto sono stati centrati da un’altra vettura che stava sopraggiungendo: l’amico è rimasto ferito ed è stato portato in ospedale, mentre per Ghezzi non c’è stato niente da fare.

Le persone più gravi sono state portate negli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma, a Verona, San Bonifacio, Peschiera e Mantova. Diversi anche i contusi che non hanno avuto bisogno del trasporto con l’ambulanza. Anche nelle ore successive la viabilità è rimasta critica, con la circolazione rallentata fin verso metà pomeriggio, quando ormai la foschia si era diradata lasciando spazio a una giornata serena. «La nebbia - ha detto il comandante della polstrada di Verona, Girolamo Laquaniti - è una concausa, ma non la causa.  Velocità, distrazioni hanno favorito seriamente i tamponamenti».

La scarsa visibilità ha contribuito anche al maxi-tamponamento sull’A1, con una serie di incidenti al chilometro 40, tra Casalpusterlengo e il Basso Lodigiano. Una persona è stata portata in ospedale a Piacenza, tre a Codogno (Milano) e, cinque all’ospedale di Lodi. Nessuno di loro ha riportato ferite gravi. Le tre corsie in direzione di Bologna sono state riaperte completamente prima delle 15.

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