Anche decine di trentini danneggiati dalla "truffa dei diamanti"

Sono decine anche in Trentino, 15 solo quelli che si sono rivolti al Centro tutela consumatori, i risparmiatori che, consigliati dalle banche, hanno acquistato diamanti con la promessa di un investimento sicuro. In tutta Italia superano i 50 mila, tra i quali noti personaggi dello spettacolo come Vasco Rossi e Federica Panicucci. Oggi però i risparmiatori si ritrovano con gemme di minor valore rispetto al prezzo di acquisto. Le società che vendevano diamanti, come la Intermarket Diamond Business (Idb), sono fallite. L’altro giorno la Guardia di Finanza, su autorizzazione del Gip nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano, ha operato un maxi sequestro da 744 milioni di euro a due società e quattro istituti di credito indagati.

L’inchiesta milanese ipotizza i reati di autoriciclaggio e truffa aggravata. Le querele presentate da clienti trentini, come quelli dell’avvocato Lorenzo Eccher (l’Adige del 9 dicembre 2018), sono confluite nell’indagine della procura di Milano. I sequestri riguardano per 328 milioni la Idb, per 253 milioni la Dpi, per 84,6 milioni Banco Bpm e Banca Aletti, per 35,5 milioni Montepaschi, per 32 milioni Unicredit, per 11 milioni Intesa Sanpaolo. Lo scorso novembre l’Antitrust aveva già sanzionato per 15 milioni società distributrici e banche collocatrici per aver ingannato i risparmiatori.

«Tra i casi che seguiamo spiega Carlo Biasior, direttore del Crtcu - i più frequenti sono l’acquisto di due pietre per un valore di 30 mila euro. Ma ci sono anche risparmiatori che hanno investito 100 mila euro». Sull’Adige del 9 dicembre si raccontava di una signora che aveva investito 140 mila euro. Nel complesso, i trentini sono esposti per più di 1 milione.

«Finora per le richieste risarcitorie, riconducibili al minor valore delle pietre rispetto il prezzo d’acquisto, si prospettava la via del ricorso contro le banche che hanno venduto i diamanti, in forza di recenti sentenze del Tar Lazio che insistono molto sul loro ruolo attivo - prosegue BIasior - Con il fallimento di Intermarket Diamond Business, abbiamo invitato i clienti a fare domanda per l’ammissione allo stato passivo. Il termine è fissato l’8 marzo. Tutti coloro che hanno lasciato in deposito i diamanti presso la Idb devono intervenire per chiederne la restituzione e coloro che hanno diritti di credito possono insinuarsi al passivo. Ora però si apre il fronte penale e si tratta di costituirsi parte civile».

Delle banche coinvolte, Unicredit, Intesa e Mps hanno annunciato risarcimenti al 100%. Banco Bpm invece, l’istituto più esposto con 600 milioni di valore delle vendite, parla di risarcimenti dal 40 al 60%. 

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