Liste d'attesa, Bordon attacca Degasperi «Tempi tra i più bassi d'Italia Il consigliere vuole solo distruggere»

di Patrizia Todesco

«Il Trentino è tra le province e regioni dove c’è la percentuale più alta di medici che esercitano libera professione intramoenia? Questo perché nelle altre realtà la libera professione può essere esercitata anche fuori dalle strutture pubbliche, in ambulatori o strutture private, e dunque tutta quell’attività non è quantificata e non rientra nello studio». Paolo Bordon difende i suoi medici e sottolinea che la nostra Provincia è quella dove ci sono i tempi d’attesa più bassi, dove tutto viene prenotato tramite Cup e quindi è tracciato, e dove all’aumento di domanda di prestazioni è seguito un aumento del 5,9% di attività istituzionale e appena un aumento del 2% dell’attività in libera professione.

Dunque non è vero che i medici trentini sono quelli che numericamente aderiscono in maniera più massiccia alla libera professione?

No, semplicemente il 90% dei nostri medici la fa intramoenia, dunque negli spazi messi a disposizione dell’Azienda. In molte altre zone optano per la libera professione in privato e dunque gli importi e le attività non vengono intercettate dal sistema. In Campania il dato che dice che l’8% dei professionisti fa libera professione e che la spesa pro capite dei residenti è bassa, è falsato dal fatto che nel computo manca la fetta dell’attività libera professionale fuori dalle strutture pubbliche. Oltretutto noi siamo l’Azienda che ha mediamente i tempi più bassi di tutti.

Lo garantisce?

Certo. Ho fatto mettere sul sito quali sono i nostri tempi e i tempi che in Italia si dovrebbero rispettare. Prendiamo ad esempio le visite ginecologiche che sono quelle per le quali c’è un maggior ricorso alla libera professione. Con un codice di priorità Rao B ci vogliono 5 giorni giorni, senza priorità 18 giorni. Poi è naturale che le donne possono scegliere di prenotare in libera professione per il rapporto di fiducia che si instaura con un professionista, ma questo è un discorso diverso. Inoltre noi abbiamo un percorso nascita territoriale che è unico in Italia e che la stessa ministra Grillo ha riconosciuto essere un’eccellenza. Stesso discorso per le visite oculistiche.

Il consigliere Degasperi nella sua interrogazione parla di dodici mesi per una visita.

Smentisco in maniera categorica. A oggi, per una visita oculistica i tempi sono per un Rao A 3 giorni, per un Rao B 6 giorni, per Rao C 17 giorni e senza priorità 35 giorni. In pratica da noi non esistono i tempi d’attesa. In oculistica si è formato un team di professionisti giovani e motivati che hanno ridotto le liste e attirato molti pazienti da fuori.

È incredibile che un consigliere provinciale si adoperi costantemente per distruggere

Viene contestato che siano stati autorizzati ad effettuare libera professione in una clinica milanese.

È un loro diritto esercitare la libera professione fuori dall’orario di lavoro e comunque fare visite in centri fuori provincia consente spesso di portare in Trentino pazienti per gli interventi. I dati dimostrano che in questo settore abbiamo recuperato moltissimo. Purtroppo il consigliere Degasperi dimostra ancora una volta poca dimestichezza con i numeri così come era accaduto in passato. L’avevo invitato a confrontarsi con me o con altri miei collaboratori per verificare alcune sue notizie ma ha sempre respinto l’offerta continuando ad interpretare in maniera erronea la sanità trentina. Diffido a diffondere notizie false e lesive dell’onorabilità della Azienda sanitaria e dei suoi professionisti e se a seguito del suo contributo a «demolire» la credibilità di una delle migliori unità operative dell’Azienda dovessimo perdere professionisti di valore o ritornare all’oculistica vecchio stampo di cui pare essere nostalgico, cioè quella che ha aumentato la fuga extra provinciale, lo riterremo responsabile. È incredibile che un consigliere provinciale si adoperi costantemente per distruggere anziché portare un minimo contributo alla causa. Sembra quasi infastidito e dispiaciuto che questa comunità e i suoi professionisti abbiano costruito nei decenni un sistema di valore invidiato da molti. Mi auguro che si ravveda, studi la materia e chieda scusa alle persone che lavorano quotidianamente.

In generale la domanda di prestazioni è comunque aumentata.

Sì, e questo è naturale perché sono diminuiti i ricoveri. Va però sottolineato che la risposta è stata data soprattutto con prestazioni in regime istituzionale. Dal 2014 al 2018 l’incremento annuo è stato rispettivamente del 0,5%, dell’1,6%, del 3,4% e del 5,9% mentre l’incremento annuo delle prestazioni in regime libero professionale è stato del 14,1%, del 9.4%, del 3,3% e del 2,8%. Dunque tra il 2017 e il 2018 le prestazioni in regime istituzionale sono aumentate 68 mila in più e quelle in regime libera professionale sono aumentate di appena 4 mila unità.

Nessuna criticità per quanto riguarda i tempi d’attesa?

La criticità che abbiamo in questo momento è la colonscopia dove senza priorità abbiamo un tempo medio è attesa di 54 giorni che su Trento diventano 145 giorni perché abbiamo un problema di carenza di professionisti. Tempi lunghi per il Trentino, ma nel resto d’Italia saremmo dentro quelli previsti.

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