L'allarme dei penalisti per il caos carceri

L’Unione Camere Penali, con il proprio Osservatorio Carcere, da tempo ha «lanciato l’allarme per i diritti negati nelle carceri italiane e, in particolare, il 27 dicembre scorso, aveva denunciato che la rivolta dei detenuti nel carcere di Trento era dovuta alla drammatica situazione di quell’istituto. Vi erano stati due suicidi in pochi giorni e due tentativi sventati dalla Polizia Penitenziaria. Il Prefetto aveva dichiarato che i problemi erano pochi e si potevano risolvere. Apprendiamo, invece, dal Presidente della Camera Penale di Trento che i Responsabili dell’Area Medica si sono, nei giorni scorsi, dimessi ritenendo impossibile garantire la salute dei loro pazienti in mancanza di un’immediata e radicale ristrutturazione del settore medico-psichiatrico e dell’area trattamentale interna al carcere».

Lo rendono noto i penalisti, sottolineando che «vi sono stati due nuovi tentativi di suicidio mediante impiccagione, con il ricovero dei due detenuti presso l’Ospedale S.Chiara. E un altro detenuto è stato sottoposto a trattamento medico per l’ingestione di acqua e detergente».

«I problemi - sostiene l’Unione camere penali - sono enormi e non solo a Trento. Occorre intervenire con urgenza, recuperando i lavori delle Commissioni ministeriali per la riforma dell’ordinamento penitenziario»: «le soluzioni indicate dal Ministro della Giustizia, come la costruzione di nuove carceri, al di là del dato ideologico che non si condivide, sono comunque irrealizzabili in tempi brevi e contribuiranno a causare altri suicidi e morti di Stato. L’Unione Camere Penali dichiara il proprio stato di agitazione in vista di azioni di protesta più rilevanti, ove non vi sarà un’immediata inversione di rotta».

Stamattina, intanto, è andata in scena una protesta, dacanti ai cancelli del carcere di Spini di Gardolo, da parte del sindacato della polizia penitenziaria Sinappe, che chiede la ripresa con urgenza dei lavori per il ripristino delle condizioni di sicurezza all’interno della struttura e dopo la rivolta di dicembre.

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