I giovani trentini più razzisti di altri

di Fabia Sartori

Gli adolescenti trentini hanno un livello di pregiudizio etnico elevato, in media più marcato rispetto ai coetanei delle altre regioni del nord Italia. Le forme di pregiudizio contraddistinguono maggiormente i maschi rispetto alle femmine (con un livello di 2,99 su una scala di 5 per i maschi e 2,81 per le femmine) ed interessano per lo più gli alunni che frequentano gli istituti professionali rispetto agli studenti di licei o istituti tecnici.

E questo vale sia in termini di pregiudizio «classico» (pretesa di dominio di alcuni gruppi sociali a scapito di altri) sia per quanto concerne il cosiddetto pregiudizio «moderno» (freddezza nei confronti degli immigrati, espressa in maniera sottile e indiretta e ritenuta socialmente accettabile).

È quanto emerge dalla ricerca «Generazione Z» che ha coinvolto nell’anno scolastico 2017/2018 circa 1.600 studenti trentini di età compresa tra i 14 ed i 18 anni, frequentanti le classi dalla prima alla quinta di licei, istituti tecnici ed istituti professionali (16 scuole in totale). I risultati, di cui ieri vi abbiamo dato alcune anticipazioni, sono stati resi noti dal direttore dell’Iprase Luciano Covi: il progetto in questione si inserisce in una ricerca nazionale realizzata in collaborazione con l’Istituto Toniolo di Milano.

Lo studio si basa su questionari somministrati online, classe per classe e focus group, con l’obiettivo di indagare le percezioni personali dei ragazzi.

Gli adolescenti trentini, in particolare i maschi, consumano quantità di alcolici più alte rispetto ai coetanei del nord Italia. «Si tratta in media - dice Covi - di tre drink a weekend per giovane». Questo dato si riferisce alla stessa indagine svolta nell’anno scolastico 2016/2017. Dallo studio emerge anche che i giovani trentini non amano il fumo (3 su 4 dichiarano di non fumare) né fare uso di sostanze stupefacenti (3 su 4 dicono di non aver mai desiderato o preso in mano droghe). Anche questi dati si riferiscono allo studio 2016/2017. Ma sono in netto contrasto con le indicazioni dell’indagine Hbsc 2014 sui comportamenti dei ragazzi in età scolare a cura dell’Osservatorio provinciale per la salute. Secondo la quale, invece, a 15 anni il 10% dei ragazzi trentini fuma ormai abitualmente (il 43% ha sperimentato il fumo di sigaretta e il 25% fa uso di droga non in modo sporadico).

«Nella quasi totalità dei casi - spiega - gli adolescenti utilizzano i social network. Il 62% di loro più volte al giorno, mentre il 15% è connesso durante l’intero arco della giornata». Covi aggiunge che «i giovani studenti ritengono di essere in grado di comunicare in modo più schietto e diretto grazie alla rete, condividendo emozioni ed intrattenendo relazioni sentimentali».

Al contempo, però, sempre dall’indagine 2016/2017, risulta che il 30,3% dei maschi (contro il 12,1% delle coetanee) ha ricevuto «qualche volta» video o foto sexy. Solo il 9,1% (e l’1,9% delle ragazze) ne riceve «spesso». Diverse le percentuali per foto o video sexy inviati: in questo caso l’80,6% dei maschi e l’84,2% delle ragazze dicono di non aver mai fatto un’azione di questo tipo. Di contro, il 12,9% delle adolescenti ed il 7,2% dei loro coetanei affermano di aver ricevuto «qualche volta» la richiesta per l’invio di foto o video sexy.

Per quanto riguarda le altre aree indagate, gli adolescenti trentini sentono di avere una buona salute e di essere in grado di far fronte a diversi tipi di problemi. Si sentono, inoltre, competenti nelle relazioni interpersonali. «I nostri giovani - precisa Covi - sono più soddisfatti del proprio peso e della propria apparenza fisica rispetto ai coetanei del nord Italia. I maschi hanno un miglior livello di percezione corporea».
Gli adolescenti trentini sono poco sensibili alla religiosità (il 49,6% è cristiano cattolico, il 13,6% ateo, agnostico o indeciso e il 27% non risponde), anche se il «credo» risulta essere frutto di un reale convincimento piuttosto che di conformismo a norme sociali.

Nel contesto familiare, i giovani trentini hanno livelli di autonomia elevati rispetto ad entrambi i genitori (i maschi sono meno autonomi dalla madre rispetto alle coetanee). Inoltre, percepiscono i genitori come autorevoli (e non autoritari) e definiscono positivo il livello comunicativo con le figure genitoriali. Buona la autovalutazione in ambito scolastico: «Gli adolescenti trentini - conclude - affermano di partecipare alle attività scolastiche, di avere andamenti scolastici regolari e di poter contare su insegnanti competenti».

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