Provincia, ecco cosa succede con quota 100 In tre anni 522 dipendenti in pensione

di Angelo Conte

Le cifre dell’uscita dei dipendenti provinciali grazie a quota 100 nel triennio tra quest’anno e il 2021 sono ora definite.

OLTRE 500 IN USCITA

Nel periodo di sperimentazione del meccanismo per andare in pensione prima dei 67 anni previsti dalla riforma Fornero, il numero di provinciali che possono accedere alla pensione è 522. Si tratta di 368 persone che erano destinate ad andare con le norme precedenti a quota 100 che aggiunge altri 154 aventi diritto a uscire dal lavoro con 62 anni di età e 38 anni di contributi.

Il governatore del Trentino, Maurizio Fugatti sottolinea come per ora si tratti di beneficiari potenziali e che quindi delle decisioni su un aumento delle assunzioni per la Provincia rispetto all’attuale rapporto di un ingresso ogni cinque uscite non sono ancora state prese. «Prima dovremo verificare con chi ha i requisiti se ha intenzione di andare in pensione. Poi in base alle risposte, vedremo le modalità per rispondere alle esigenze di una macchina provinciale in cui l’età media dei dipendenti è alta, attorno ai 53 anni». Fugatti spiega che seppure abbia la possibilità di cambiare il rapporto tra entrate e uscite dei dipendenti provinciali, intende prima avere tutti i dati a disposizione per capire come agire. «Il rapporto di uno a cinque tra entrate e uscite? Potrei cambiarlo, ma vedremo se farlo».

GLI EFFETTI GENERALI DI QUOTA 100

Quota 100 porterà a un aumento importante delle uscite da posti pubblici e imprese private. Ma l’esodo potrebbe essere inferiore rispetto alla platea dei potenziali aventi diritto. La ragione? Per un anno di anticipo della pensione rispetto all’età prevista dalla Fornero ci sarà il 5% di taglio per sempre dell’assegno previdenziale, taglio che sale oltre il 30% se l’anticipo rispetto all’età di legge supera i 4 anni. Non solo il fatto che ci sia il divieto di cumulo fino ai 67 anni con redditi da lavoro che superano i 5.000 euro annui farà sì che le professioni che hanno salari più elevati come ad esempio i medici, facciano fatica a utilizzare quota 100.

In totale, se la platea potenziale dei trentini è di qualche migliaio l’anno (430.000 in Italia solo per il 2019, che in Trentino si riducono a circa 4.000), dall’Inps provinciale si prevede che, a fronte delle tantissime domande di chiarimenti e calcoli della propria posizione che sono già arrivate e arriveranno agli uffici provinciali, chi andrà con quota 100 potrebbe essere stimato in circa 1.500-2.500 persone nel triennio di validità di quota 100 tra il 2019 e il 2021 compresi. Oggi, con la legge Fornero, in media sono circa 6.000 i trentini e le trentine che vanno in pensione ogni anno, dei quali 5.000 tra i privati e 1.000 tra i pubblici. C’è comunque grande attenzione verso la misura e tante persone stanno chiedendo agli uffici se possono andare con i requisiti che hanno, ma occorre capire poi quante persone effettivamente sceglieranno il pensionamento anticipato. E poi non va dimenticato che già oggi in Trentino l’età media dei pensionamenti è di 62,3 anni, perché molti vanno con la pensione anticipata, ovvero con i 42 anni e 10 mesi di contributi. Una situazione dovuta al fatto che in Trentino la condizione lavorativa stabile e regolare in termini di contributo negli ultimi decenni ha creato le condizioni per una uscita basata sui contributi e non sul requisito di età.

GLI AIUTI DAI FONDI TERRITORIALI

In prospettiva per poter accedere alla pensione potrebbe esserci anche un aiuto dal fondo di solidarietà territoriale e dagli altri fondi bilaterali provinciali e nazionali delle varie categorie. In pratica, per quanto riguarda la possibilità di anticipare di tre anni quota 100 (quindi di andare quando si compiono i 59 anni e si hanno 38 anni di contributi entro il 2021) occorre verificare se i fondi territoriali avranno la possibilità di intervenire come prevede la norma su quota 100. Con un sostegno, assieme all’azienda interessata, al reddito e al pagamento dei contributi figurativi mancanti per i tre anni di anticipo.
Ma altre strade possibili riguardano anche l’Ape volontario (Anticipo pensionistico) per il quale il fondo di solidarietà territoriale trentino sta attendendo l’ok da parte del ministero del lavoro. Se arriverà il sì del ministro del lavoro Di Maio il Fondo potrà di fatto pagare i contributi figurativi ai pensionandi che chiedono il prestito per poter andare in pensione prima, permettendo loro di avere una pensione non decurtata per tutta la vita.

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